La lettera del “medico anonimo” contro i vaccini (è piena di fake news)
Circola una lettera anonima di un presunto medico italiano, che attualmente eserciterebbe a Lugano. Il testo è stato pubblicato online su Facebook da Mauro Bertamè, il quale afferma di assumersene la responsabilità nel diffonderla. Nel testo si fanno diverse affermazioni sui vaccini contro il nuovo Coronavirus. Dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario, l’autore afferma di aver trovato lavoro a Lugano. Non è chiaro però se esercita ancora la professione medica in Svizzera. Diversi passaggi della lettera sono talmente infondati, da farci venire il dubbio che il personaggio, firmatosi con le iniziali S. R., abbia gonfiato il suo CV, o che semplicemente non sia mai esistito. Questo dubbio non è di poco conto, se consideriamo che il contenuto della lettera è una antologia di tesi già ampiamente smentite da mesi, inoltre viene riportata in diversi siti, senza contestualizzare che tutto parte dal post Facebook di Bertamè, il quale non spiega chiaramente come avrebbe verificato le credenziali del misterioso medico.
Per chi ha fretta:
- Non vi sono prove che la lettera sia stata scritta effettivamente da un medico.
- Ogni affermazione della lettera è stata già ampiamente smentita da mesi.
Analisi
Analizziamo le principali affermazioni di questo presunto medico, la cui lettera viene considerata «una coraggiosa testimonianza» da Bertamè. Dovremmo aspettarci almeno argomentazioni originali, mai smentite. Invece è la solita minestra riscaldata, fatta di tesi già smontate da mesi.
Non si vaccina durante una epidemia?
Veniamo subito a quello che potrebbe essere definito il tormentone No vax per eccellenza: non si vaccina in piena epidemia?
«Sotto un profilo clinico, è scritto su tutti i libri di testo universitari di Microbiologia (compreso il Fauci!) e di Malattie Infettive che non si vaccina mai nel corso di un’epidemia, per il rischio molto alto di creare mutazioni del virus (le famose varianti) che, pur essendo sempre casuali, sono in realtà iper-adattative e consentono al virus stesso di sopravvivere e replicarsi nonostante il vaccino. Questo fenomeno si chiama vaccino-resistenza, anch’esso ampiamente descritto nei trattati».
Purtroppo l’autore non fornisce note bibliografiche. Ci viene un dubbio: per caso l’autore confonde l’antibiotico-resistenza con la vaccino-resistenza? La prima esiste davvero, ma riguarda i batteri, che a differenza dei virus sono capaci di riprodursi autonomamente, ed è nella replicazione che c’è la possibilità di evolvere. Il vaccino in questi casi lavora sui virus, che devono infettare le cellule per potersi moltiplicare. Ne consegue che le varianti Covid emergono consentendo al virus di propagarsi in una popolazione, mentre i vaccini riducono questa probabilità.
L’idea in base alla quale non si vaccinerebbe in piena pandemia è stata attribuita – più o meno fondatamente – a diversi medici. In nessun caso tali affermazioni hanno trovato fondamento (ricordiamo che il principio di autorità è anti-scientifico). Di sicuro, non se ne trova traccia nei manuali universitari di medicina. Basterebbe citarne uno, fornendo anno di edizione e numero di pagina, torneremmo volentieri sull’argomento. Per maggiori approfondimenti potete seguire la seguente video-intervista al genetista Marco Gerdol:
Vaccini già obsoleti per via delle varianti Covid?
È una preoccupazione piuttosto sensata, ritenere che le varianti possano mettere in crisi i vaccini, per questo le monitoriamo e classifichiamo in VOI (di interesse) e VOC (preoccupanti). Nessuna ha mostrato di ridurre l’efficacia in termini di riduzione delle forme gravi, mentre l’aumento dei casi fa pensare che la variante Delta abbia ridotto la capacità di ridurre la carica virale nei contagiati.
«Inoltre, non ha senso vaccinare contro un virus estremamente mutevole come un Coronavirus, a meno che non si abbia a disposizione un vaccino che venga via via aggiornato in modo da essere sempre competitivo nei confronti dell’evoluzione dell’agente infettivo: e invece noi abbiamo vaccini che sono quasi due anni più “vecchi” rispetto al virus attuale, e questo spiega la recrudescenza dell’infezione in Paesi con un’alta percentuale di vaccinazione, come Regno Unito, Islanda, Israele».
Certamente SARS-CoV-2 è estremamente mutevole, ma conta prestare attenzione alle VOC, che mostrano maggiori capacità di eludere le difese immunitarie. A maggior ragione bisogna vaccinare il più possibile e in fretta. I vaccini approvati da EMA ed FDA sono stati sperimentati proprio quando sono emerse le prime varianti. In tutto il mondo vediamo che i vaccini hanno mostrato di funzionare, inoltre quelli a mRNA possono essere facilmente aggiornati.
Inutile allora citare come esempio del contrario il boom di casi nel Regno Unito, in Islanda o in Israele, proprio perché non si devono confondere i casi con gli ospedalizzati. Se poi a un certo punto vediamo più casi nei vaccinati, questo è dovuto al paradosso di Simpson. È statisticamente risaputo che quando buona parte della popolazione è vaccinata vedremo più casi col vaccino. Si chiama anche «effetto paradosso», già previsto in un report britannico pubblicato il 31 marzo 2021.
I casi attuali sono notevolmente ridotti rispetto a quelli pre-vaccini. Una realtà difficile da ignorare. Recenti studi suggeriscono inoltre la possibilità di sviluppare in futuro dei vaccini contro nuove varianti e altri Coronavirus imparentati (pan-Sarbecovirus), scongiurando le prossime pandemie.
Falsificazione dei test PCR?
Il misterioso autore rispolvera anche le narrazioni contro i test RT-PCR.
«La faccio breve, qui non si tratta di inesattezze ma di vere e proprie falsificazioni, falsificazioni pianificate e coordinate su più livelli, non ultimo quello mediatico. Falsificazioni che partono dai tamponi PCR (con cicli di moltiplicazione che in Italia sono arrivati a 51 mentre il massimo accettabile era 24, da cui il 60% di falsi positivi)».
Avevamo visto come alcune sentenze in Portogallo e in Austria siano state deliberatamente fraintese, per sostenere l’infondatezza dei tamponi molecolari. Anche un recente comunicato dei CDC americani è stato manipolato a tal scopo, idem dicasi per una nota del Governo svedese. Per maggiori informazioni sui test diagnostici trovate una nostra Guida apposita.
Abbiamo chiesto un parere al biologo molecolare Francesco Cacciante. Per maggiori chiarimenti potete vedere un video a fine paragrafo del nostro esperto, dove spiega più dettagliatamente il funzionamento della PCR.
«Chiunque abbia scritto questo, chiaramente non sa come funziona una PCR – continua Cacciante – Non capisco da dove venga tirata fuori la storia dei 51 cicli, i laboratori non dichiarano il numero di cicli effettuati, eppure ogni volta c’è qualcuno che ne aumenta il numero. La Taq-polimerasi, enzima utilizzato per la reazione di PCR, perde processività dopo i 30 cicli».
«Le reazioni di PCR sono già costruite per raggiungere il plateau a 24-30 cicli, oltre i quali semplicemente la reazione non funziona più, sia perché la Taq smette di funzionare, sia perché cominciano ad esaurirsi i reagenti della reazione. La positività, invece, viene già accertata in quel numero di cicli. Anche ammettendo che qualche laboratorio arrivi a 51 cicli, cosa che non avrebbe senso, i falsi positivi si vedrebbero chiaramente, perché conosciamo la lunghezza della sequenza da rilevare».
«La probabilità che emergano sequenze amplificate diverse ma della stessa intensità e lunghezza dell’originale è praticamente inesistente. La PCR si accompagna sempre ad altre tecniche, come l’elettroforesi su gel che esclude tutte le sequenze di lunghezza non corrispondente a quella che vogliamo amplificare. Per la reazione si fanno controlli positivi e negativi, per accertare che la PCR rilevi o meno delle sequenze dove ce lo aspettiamo».
Morti con Covid o per Covid?
Che l’indice Rt preso da solo potesse darci un quadro distorto della situazione epidemiologica lo spiegavamo anche noi. Da qui a insinuare che fosse un complotto per inventare un’emergenza sanitaria inesistente, ce ne passa.
«Per arrivare al famoso (quanto ridicolo) indice Rt alle ospedalizzazioni ed alle morti: in pratica, tutta la filiera del Covid. Molte morti avvenute negli hospice, dove vengono ricoverati malati terminali, sono state attribuite al Covid, abbiamo circa 5 mila decessi in meno rispetto al 2019 per cancro polmonare in quanto sono stati attribuiti al Covid e tantissimi altri esempi».
Dei fantomatici bollettini gonfiati con falsi morti Covid avevamo già trattato in precedenti articoli:
Se una persona annega in mare e risulta positivo al tampone post mortem viene classificato come morte Covid-19? No, non funziona così. E lo spiega lo stesso Istituto superiore di Sanità. Tuttavia circola una narrativa per la quale i teorici del complotto vedono gli operatori sanitari alla “ricerca disperata” di morti per «gonfiare i numeri» dei bollettini giornalieri. A che pro? Per “terrorizzare” e giustificare la fantomatica «dittatura sanitaria».
Queste narrative sono state supportate da personaggi diventati noti soprattutto sul web, come Stefano Montanari, ospite di Byoblu lo scorso marzo 2020, che hanno interpretato in malo modo i dati dell’Istituto superiore di Sanità e di una conferenza stampa di Silvio Brusaferro tenutasi il 18 marzo 2020 alla Protezione civile.
Sul sito dell’Istituto superiore di Sanità è presente un’area dedicata, dal titolo «Come si calcola la mortalità associata al Covid-19», con domande e risposte a disposizione dei cittadini per spiegare il metodo utilizzato:
Vìolati i diritti umani?
Torna anche il tormentone dei diritti umani vìolati.
«Ciò che più mi indispone sono gli obblighi alla vaccinazione per alcune categorie di lavoratori, Italia unico Paese in Europa (e forse da settembre la Francia), in aperta violazione di una decina di trattati internazionali, da Norimberga in poi, che vietano drasticamente la sperimentazione medica coatta sull’essere umano, e di alcune risoluzioni del Consiglio d’Europa, in particolare la 2361/2021».
A proposito di queste strumentalizzazioni della Storia e del Diritto avevamo ampiamente discusso assieme all’avvocato Michele Maria Gambini. Anche le sentenze più recenti confermano la legittimità delle campagne vaccinali.
Conclusioni
Le affermazioni riportate nel post pubblicato da Bertramè su Facebook non sono altro che una riproposizione di vecchie tesi già rivelatesi infondate, in buona parte verificabili proprio ripassando i manuali universitari. Per quanto riguarda invece la definizione di «coraggio», attribuita al presunto medico anonimo riparato in Svizzera, questa è sempre opinabile. Qualcuno la può anche attribuire a personaggi anonimi che congetturano senza presentare fonti. Altri invece potrebbero considerare esempi diversi, come quello di Gino Strada e dei medici di Emergency esposti a tanti rischi nel mondo. Ma questi sono solo punti di vista.
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