Afghanistan, Draghi incontra Michel. Il rapporto Ue: «I talebani rastrellano i giornalisti casa per casa» – Il video
Afghanistan, migranti e Covid. Sono stati questi i tre punti sul tavolo dell’incontro tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel che si è tenuto oggi, 9 settembre, a Palazzo Chigi. I due hanno parlato anche del G20 alle porte. Dallo scorso dicembre, l’Italia ha assunto la presidenza del vertice e la manterrà fino al prossimo 31 ottobre. Al momento non è ancora fissato in calendario, ma una delle richieste avanzate da Draghi nelle scorse settimane è stata quella di organizzare un vertice speciale che si concentrasse proprio sulla situazione in Afghanistan. Un summit che secondo il presidente del Consiglio italiano sarebbe importante per capire come gestire i flussi migratori innescati dall’instaurazione del regime talebano.
Il report sui media afgani
Intanto l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo), ha pubblicato un rapporto sulla situazione in Afghanistan: «I talebani rastrellano i giornalisti afgani casa per casa, seguendo una lista nera su cui sono segnate tutte le persone con sospetti legami con la precedente amministrazione o con le forze guidate dagli Stati Uniti». Elenchi che i talebani compilerebbero con l’aiuto di diverse autorità locali: «Per completare questa lista nera i talebani sarebbero in contatto con le moschee locali e gli uffici di polizia per ricevere informazioni sulla popolazione». Il rapporto ha spiegato anche la situazione dei media nel Paese: «La situazione dell’informazione inoltre è drammatica, oltre 100 media hanno smesso di funzionare lo scorso mese e decine di televisioni e radio che hanno interrotto le loro trasmissioni o sono state sequestrate dai talebani costringendo diverse centinaia di giornalisti afgani a lasciare il Paese». Ancora una volta, quelle che vengono messe in discussione sono le promesse fatte dai talebani sui diritti civili: «I media ancora operativi lavorano in conformità con le nuove condizioni stabilite dai talebani, ma le promesse di libertà di stampa possono essere considerate solo con il massimo scetticismo».
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