Proteste No vax, i “guerrieri” rischiano anche l’associazione a delinquere. Lamorgese: «Preoccupa il rischio estremismi»
Preoccupano sempre di più le manifestazioni guidate dal movimento No vax. Dopo il ritrovamento di armi nelle abitazioni di alcuni militanti, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha sottolineato che, l’aspetto più inquietante sono i toni che «salgono sempre di più e il rischio è che ci siano degli estremismi che vanno a incidere su queste manifestazioni e vanno a toccare anche persone che non avrebbero quella tendenza, ma che possono confluire nelle manifestazioni con grande disagio per i cittadini». La Procura di Milano intanto sta raccogliendo elementi utili e sta valutando l’ipotesi di associazione per delinquere nelle indagini sul gruppo che si autodefiniva dei “guerrieri“. Si lavora per capire se esiste una “rete” anche più ampia rispetto agli 8 già indagati per istigazione per delinquere aggravata.
Speranza: «Se si arriva alla violenza, c’è bisogno di pugno duro»
Il plauso di Lamorgese è andato poi al generale Figliuolo che ha saputo gestire «benissimo» il piano vaccinale. «Il numero dei vaccinati ci consente di guardare al futuro con ottimismo, ma non dobbiamo bloccare la ripartenza del Paese: è necessario proseguire su questa strada e il Green pass è uno strumento fondamentale», ha detto Lamorgese all’evento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. C’è timore anche da parte del ministro della Salute Roberto Speranza. «Se si arriva alla violenza, c’è bisogno di pugno duro, perché se c’è violenza non può esserci tolleranza», ha spiegato, ma i «No vax radicali sono solo un pezzetto, mentre incontro anche persone che hanno ancora dubbi e paure» e nei loro confronti occorre «usare strumenti di persuasione ed evidenza scientifica». Speranza ha aggiunto che «di fronte a un dubbio sincero bisogna approcciarsi facendo emergere l’evidenza scientifica. E quella che riceviamo ogni giorno da ogni angolo del mondo, è un arma potentissima».
Blitz contro i “guerrieri” di Telegram
Prosegue, nel frattempo, il lavoro di identificazione dei “guerrieri” di Telegram che potrebbe portare ad altre iscrizioni nel registro degli indagati, oltre a quelle di ieri. Gli inquirenti stanno valutando di contestare anche l’ipotesi associativa. Gli investigatori dopo il blitz in varie città di Italia, hanno sequestrato una spada katana, un manganello telescopico e degli spray al peperoncino. Ora dovranno compiere analisi sui dispositivi informatici e sui cellulari sequestrati. Un 33enne di Bergamo aveva in casa due fucili e una pistola regolarmente denunciati, con un permesso di detenzione per uso sportivo, ma un numero di munizioni superiore al consentito e per questo è stato già denunciato. Il gruppo, stando alle indagini, stava programmando azioni violente soprattutto in vista della manifestazione “no Green pass” prevista per il fine settimana a Roma. Dicevano nella chat di voler «lanciare molotov contro i camion delle Tv» e «gettare tritolo sul Parlamento con un drone».
Immagine di copertina: ANSA / MATTEO BAZZI
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