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Green Pass, il nuovo decreto per l’obbligo sul lavoro in arrivo la prossima settimana: ecco i settori

12 Settembre 2021 - 06:57 Alessandro D’Amato
super green pass obbligatorio lavoratori pubblica amministrazione privati nuovo decreto governo draghi
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Il Super Green Pass potrebbe arrivare tra mercoledì 15 e giovedì 16. Interessati per ora solo alcuni impieghi nel privato. L'estensione successiva in programma per metà ottobre

Un decreto legge per estendere il Green Pass obbligatorio a tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione e a quelli dei settori privati dove è già previsto per i clienti. Ovvero bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e piscine, trasporti a lunga percorrenza. Un Super Green Pass che potrebbe vedere la luce tra mercoledì 15, data in cui potrebbe essere convocata la Cabina di Regia del governo, e giovedì 16, il giorno del Consiglio dei Ministri. Oppure un provvedimento ancora più ampio, che comprenda tutto il lavoro privato, ma da varare dopo il primo turno delle elezioni amministrative, in programma tra il 3 e il 4 ottobre. Sono questi i due scenari su cui è al lavoro il governo Draghi mentre al suo interno si ripetono le divisioni tra chi, come Roberto Speranza e Renato Brunetta, vorrebbe muoversi il prima possibile e chi, come Matteo Salvini, manifesta ancora una certa resistenza attorno all’ipotesi.

Il Super Green Pass per lavorare

Il Corriere della Sera spiega oggi che il nuovo decreto estenderà la Certificazione Verde Covid-19 a tutti i dipendenti dei ministeri, delle Regioni e degli enti locali, degli enti pubblici non economici, delle agenzie fiscali e delle autorità indipendenti. E includerebbe come categorie la magistratura, i militari e le forze di sicurezza. Ad oggi 1,2 milioni di lavoratori sono già vaccinati (e ne mancano 300-350mila secondo le stime della Funzione Pubblica. E servirebbe, come vuole il ministro Brunetta, anche per riportare in ufficio i dipendenti pubblici che finora hanno usufruito dello smart working. Poi ci sono i lavoratori dei settori in cui la clientela già deve mostrare la certificazione. Che verrebbero infilati nel primo provvedimento dal quale resterebbe però fuori il grosso dei dipendenti dell’industria e dei servizi. In attesa che i numeri diano consigli su cosa fare, visto che ci si aspetta già dal nuovo decreto un boost alle vaccinazioni.

Il quotidiano aggiunge anche che ci sarebbero comunque delle categorie escluse. Una di queste è il Parlamento, che grazie all’autodichia può regolare diversamente dalla legge i rapporti di lavoro con i propri dipendenti. I lavoratori di Camera e Senato quindi sarebbero fuori da queste norme: per farceli entrare ci vogliono atti da votare a Montecitorio e Palazzo Madama. Per deputati e senatori le regole sono intanto già state stabilite con una delibera del collegio dei questori. Il certificato serve per entrare al ristorante, partecipare a convegni e conferenze all’interno di Camera e Senato, per andare in biblioteca o nell’archivio. Ma non è richiesto per le consumazioni al banco alla buvette né per entrare in aula, anche perché, in questo caso, si aprirebbero profili delicati di limitazione del diritto di voto.

I problemi del nuovo decreto

Il sottosegretario Roberto Garofoli sta guidando a Palazzo Chigi il lavoro di approfondimento anche giuridico sul tema, raccogliendo le osservazioni di sindacati e imprese, perché l’imposizione di un obbligo generalizzato presenta diversi aspetti problematici. A inizio settimana si farà un punto, poi a metà della settimana potrebbe riunirsi la cabina di regia per assumere le decisioni. Ma è probabile ad oggi che si procederà per step e giovedì in Cdm vada l’obbligo di Green pass per i dipendenti pubblici e per i settori, dalla ristorazione alle palestre, nei quali c’è obbligo di pass per i clienti. Contro queste misure l’ala più critica della Lega potrebbe tornare a farsi sentire in Parlamento, nei voti sul primo decreto Green pass al Senato e sul secondo dl, quello che riguarda le scuole e i trasporti, alla Camera. Ma dalla sua il governo ha il partito del Nord e l’ala più governista, come testimonia l’intervista di Luca Zaia al Corriere della Sera di ieri.

Intanto mancano 20 giorni alla fine di settembre, data entro la quale secondo il governo dovrebbe essere immunizzato l’80% della popolazione con più di 12 anni, ci sono ancora oltre dieci milioni di italiani che non hanno fatto neanche una dose di vaccino e non hanno alcuna protezione contro Covid-19. Le prossime due settimane saranno dunque cruciali per il governo per cercare di recuperarne il più possibile ed intaccare quello zoccolo duro che a nove mesi dall’inizio della campagna si tiene ancora lontano dai vaccini. Senza escludere l’ultima mossa, l’introduzione dell’obbligo vaccinale, seguendo lo stesso percorso che si è fatto con il Green Pass: procedere per step e dare la priorità a quelle categorie che hanno più contatti con il pubblico.

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