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Nella chat dei No Green pass insulti e minacce a J-Ax: «Va bastonato e riempito di botte»

12 Settembre 2021 - 16:31 Fabio Giuffrida
Nel gruppo Telegram di Basta dittatura diversi utenti hanno preso di mira il cantante, "reo" di essersi scagliato in passato contro i No vax

«Gli ho scritto su Instagram che, se lo becco in giro per Milano, gli spacco il c**o. L’ho già incrociato due volte anni fa, spero ci sia la terza». «Bella, riempilo di botte, è fin da piccolo che sogno di bastonarlo», «Lui è il nulla». Sono alcuni dei commenti su J-Ax pubblicati nel pomeriggio di oggi, 12 settembre, sul canale Telegram “Basta dittatura” (di cui la procura di Torino ha disposto il sequestro), lo stesso che ha pubblicizzato le proteste dei No Green pass di ieri, compresa quella di Milano (non autorizzata) che le telecamere di Open hanno documentato. La “colpa” di J-Ax è quella di essersi scagliato duramente contro i No vax. In un’intervista a Repubblica, postata in queste ore in chat, aveva detto di avere «un pesante odio verso i No vax con cui al momento non ho voglia di dialogare ma, al massimo, di stirarli in auto». J-Ax ha avuto il Covid e in passato ha ricevuto foto di proiettili da parte di No vax. Sempre da profili anonimi.

«Schifoso», «A parco Sempione non c’è più cocaina, l’ha comprata tutta J-Ax», «Aspettiamo che stia male col suo siero miracoloso, così se ne renderà conto», «Tanto lo becco in giro in macchina e faccio diventare il suo sogno realtà, al contrario», «Finché qualcuno non ti prende a calci nei cogl***i lo puoi dire, poi canterai in falsetto…», «Vai a pitturarti le unghie con Fedez, pagliaccio», questi altri commenti – in parte insulti e minacce – appena postati sulla chat Telegram di “Basta dittatura” da parte di alcuni utenti.

Tra i No Green pass di Milano: «Da settimane ci sputiamo addosso e nessuno si è ammalato. Nei vaccini nanoparticelle e veleni»

Clima teso in chat

«Attendiamo perquisizioni e l’arresto di questo cogl***e Si-Vax (si riferiscono a J-Ax appunto, ndr) con sequestro della patente e dei suoi canali di diffusione del suo terrorismo […] Oppure la legge non è uguale per tutti e la repressione vale solo per chi è contro la dittatura?», scrivono gli amministratori del canale Telegram. Infine c’è spazio anche per le polemiche (interne): le proteste in piazza funzionano ma non troppo. Quella del 6 settembre nella Capitale, ad esempio, non ha soddisfatto tutti: «Ci sono andati in pochissimi. Perché chiedete di fare manifestazioni e dite di partecipare se poi non lo fate? Siete solo dei quaquaraquà?» Insomma, il clima è incandescente.

Foto in copertina: elaborazione di OPEN

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