Le varianti nascono come reazione al vaccino? Perché lo studio postato da Borghi per dare ragione a Salvini dice il contrario
L’11 settembre 2021 il deputato Claudio Borghi condivide uno studio pubblicato da una rivista scientifica per dare ragione alle parole pronunciate da Matteo Salvini, leader della Lega, il 10 settembre sul tema Covid: «le varianti nascono come reazione al vaccino». Il deputato leghista commenta così la condivisione dello studio: «Quelli più penosi sono quelli che si sentono virologi e dicono che Salvini sbaglia ma non capiscono che ha detto una cosa vera, ovvia e confermata in letteratura scientifica anche recente». Leggendo lo studio, questo non conferma affatto le parole di Matteo Salvini. C’è di più: avevamo spiegato lo studio il 13 agosto 2021.
Per chi ha fretta
- Lo studio non è stato pubblicato dalla rivista scientifica Nature, ma dalla rivista Scientific Reports.
- Lo studio non conferma la teoria del «Non si vaccina mai durante una pandemia».
- Lo studio è basato su una simulazione matematica che considera anche scenari non realistici.
- Lo studio sostiene l’importanza di una rapida vaccinazione di massa.
- Lo studio sostiene la rapida vaccinazione di massa senza però rinunciare alle misure di contenimento del virus durante la campagna vaccinale e durante un periodo successivo necessario a fermare la diffusione del virus.
Analisi
Lo studio condiviso da Claudio Borghi è stato pubblicato il 30 luglio 2021. Prima di andare avanti è bene precisare che nel link condiviso si legge Nature.com, ma in realtà lo studio è pubblicato nella rivista Scientific Reports, che in passato aveva pubblicato uno studio che voleva dimostrare l’efficacia dell’omeopatia per poi ritrattarlo.
Lo studio condiviso da Claudio Borghi si intitola «Rates of SARS-CoV-2 transmission and vaccination impact the fate of vaccine-resistant strains», ma da una rapida ricerca riscontriamo che è lo stesso studio citato in un articolo di MeteoWeb del 10 agosto 2021 già trattato da Open Fact-checking.
Pur invitando la lettura del nostro articolo del 13 agosto 2021, per il quale avevamo consultato sia il Prof. Enrico Bucci e il Prof. Marco Gerdol, il team di Biologi per la scienza fornisce due risposte al deputato via Twitter (qui e qui):
1) “As expected, we found that a fast rate of vaccination decreases the probability of emergence of a resistant strain”. Più vaccini, più diminuisce la probabilità che emerga una variante resistente.
2) “Counterintuitively, when a relaxation of non-pharmaceutical interventions happened at a time when most individuals of the population have already been vaccinated the probability of emergence of a resistant strain was greatly increased”. Vaccinare, ma non “tana libera tutti”.
Aggiornamento 17 settembre 2021
Ricordiamo l’oggetto della discussione. Secondo Matteo Salvini, come dichiarato a La7, «Le varianti nascono come reazione al vaccino». Il deputato Borghi sostiene che abbia ragione e pubblica uno studio che lo confermerebbe. Lo studio, però, non afferma affatto che «le varianti nascono come reazione al vaccino».
Giunge alla nostra attenzione un video dove uno Youtuber ritiene che ci sarebbero degli elementi non chiari e fuorvianti nel nostro articolo. Per dimostrarlo, avrebbe contattato gli autori dello studio ottenendo questa risposta (condivisa nei commenti del video) dal Prof. Fyodor A. Kondrashov: «Vaccinations, of course, do not CAUSE the vaccine resistant strain to emerge». Insomma, lo stesso autore dello studio, dichiarando che le vaccinazioni non causino l’emergere di ceppi resistenti al vaccino, smentisce ulteriormente l’affermazione di Matteo Salvini sostenuta da Borghi: «Le varianti nascono come reazione al vaccino».
Lo Youtuber si sofferma sulle altre questioni dello studio, evidenziate dagli autori nelle risposte ottenute via email: «As Simon mentioned, the faster the vaccination campaign goes the better are the chances to get out of this pandemic». La questione relativa alla necessità di procedere a una veloce vaccinazione di massa l’avevamo citata in un articolo del 28 luglio 2021 riportando le dichiarazioni di Andrea Crisanti: «Inoltre con questi livelli di trasmissione una vaccinazione prolungata può favorire l’emergenza di varianti resistenti al vaccino. Quindi o si vaccina tutti assieme il più velocemente possibile, oppure bisogna abbattere la trasmissione, perché vaccinare lentamente con livelli di trasmissione elevata, secondo me, è un azzardo biologico».
Nell’articolo del 13 agosto 2021 riportiamo con chiarezza ciò che viene descritto nello studio di Scientific Reports: «Come previsto, abbiamo scoperto che un rapido tasso di vaccinazione riduce la probabilità di comparsa di un ceppo resistente. Controintuitivamente, quando un rilassamento degli interventi non farmaceutici è avvenuto in un momento in cui la maggior parte degli individui della popolazione è già stata vaccinata, la probabilità di insorgenza di un ceppo resistente è stata notevolmente aumentata». La problematica relativa alla “vaccinazione lenta” è illustrata nel capitolo “Il problema della vaccinazione di massa lenta” dell’articolo del 13 agosto 2021.
Sempre nella email del Prof. Fyodor A. Kondrashov, che avrebbe ricevuto lo Youtuber, leggiamo: «One of the key points of this study that some people are misrepresenting is that there is a particular point in the dynamics of the vaccination campaign where certain risks are higher. Essentially, what we are saying is that there is a risk not to vaccination itself, but in how the vaccination campaign proceeds. Specifically, there is risk when 1) you do not complete the vaccination campaign fully and 2) you do not adhere to non-pharmaceutical interventions throughout the campaign». Sia il punto 1 che il punto 2 del Prof. sono spiegate nell’articolo del 13 agosto 2021 nel capitolo “Che cosa dice lo studio”.
Un altro punto contestato riguarda la questione legata alla vaccinazione in Italia e all’estero, che non è affatto uguale. In pratica è ciò che abbiamo riportato a Open Fact-checking a giugno e luglio (qui e qui) citando proprio una lettera pubblicata su Nature lo scorso 21 giugno 2021 a firma di Roberto Burioni ed Eric Topol dove «invitano a vaccinare, con vaccini efficaci, anche i cittadini di quei Paesi meno fortunati».
L’articolo del 13 agosto 2021 spiegava in primo luogo che lo studio non era stato pubblicato su Nature, ma sulla rivista Scientific Reports specificando che questa sia stata «lanciata da Nature Research nel 2011». Per quale motivo abbiamo dovuto specificarlo? Perché all’epoca lo studio veniva condiviso sostenendo che fosse stato pubblicato sulla più prestigiosa Nature con il seguente messaggio: «con vaccinazioni di massa generiamo nuove varianti resistenti ai vaccini che andranno avanti all’infinito». Allo stesso tempo, nelle conclusioni dell’articolo affermiamo che tale studio smentisce anche un’altra affermazione: «Non si vaccina mai durante una pandemia».
Ringrazio lo Youtuber che, in qualche modo, conferma ulteriormente che l’affermazione «Le varianti nascono come reazione al vaccino» viene smentita dagli stessi autori dello studio citato da Borghi con questa semplice frase: «Vaccinations, of course, do not CAUSE the vaccine resistant strain to emerge».
Conclusioni
Il deputato Claudio Borghi, per dar manforte al leader del suo partico accusato di aver diffuso disinformazione in merito ai vaccini e le varianti, ha condiviso uno studio che non conferma affatto la teoria.
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