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Patrick Zaki sarà processato, l’Egitto accelera: «Domani la prima udienza»

13 Settembre 2021 - 16:29 Maria Pia Mazza
La prima udienza è prevista per domani, 14 settembre. Il ricercatore dell'Università di Bologna è in carcere al Cairo dal 7 febbraio 2020. Gli attivisti sostengono che il processo si baserà su «accuse inventate o fabbricate»

«Come si temeva, dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva, Patrick Zaki va a processo. La prima udienza è prevista domani 14 settembre a Mansoura, nel nord del paese. Non è però attualmente chiaro quante udienze si svolgeranno. Gli è contestato uno scritto del 2019 in difesa della minoranza copta». Ad annunciarlo è stato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. L’ultimo interrogatorio dello studente di Bologna, detenuto in Egitto dal 7 febbraio 2020, risale allo scorso 9 settembre. In precedenza, Zaki era stato interrogato lo scorso 13 luglio. Due date molto ravvicinate che, secondo l’Ong Eipr (Egyptian Initiative for Personal rights), l’organizzazione con cui collaborava Zaki, rappresentavano il segnale di un rinvio a giudizio. Gli attivisti avevano già denunciato che, in caso di processo, questo si sarebbe svolto sulla base di «accuse inventate o fabbricate, basate su un falso rapporto di accusa, senza prove tecniche che confermino che Zaki possieda questi account (Facebook)».

Cosa rischia Patrick Zaki

Patrick Zaki è accusato di «diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici» e rischia una condanna fino a cinque anni di carcere. «Purtroppo – spiega Noury, portavoce di Amnesty International – era previsto che con l’approssimarsi della fine della detenzione preventiva dei 24 mesi, da quell’enorme castello di prove segrete mai messe a disposizione della difesa sarebbe presa una delle tante per mandarlo a processo. È uno scritto del 2019 in cui Patrick avrebbe preso le difese della minoranza copta perseguitata in Egitto». E il portavoce di Amnesty aggiunge: «Già nelle settimane scorse avevamo avvisato il governo italiano che poteva esserci uno sviluppo accelerato. Ora ogni minuto che passa in cui da parte dell’Italia non si fa nulla, è un minuto che viene perso drammaticamente e colpevolmente».

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