Salvini dice che «non sapeva nulla» del convegno in Senato sulle cure domiciliari organizzato dai suoi eletti
Matteo Salvini «non c’entra nulla» con il convegno in Senato sulle cure domiciliari per il Coronavirus, che è stato organizzato non dalla Lega ma da «una singola parlamentare» (ovvero la senatrice Roberta Ferrero, ma erano presenti anche il collega Alberto Bagnai e l’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi). Anzi, di più. Fino all’altro ieri sera il leader leghista «neppure era informato dell’appuntamento». Tanto che a metà pomeriggio è partito un messaggio «di servizio» destinato a tutti i parlamentari leghisti: «Per evitare polemiche e fraintendimenti relativi agli ospiti o ai contenuti delle conferenze stampa e dei convegni organizzati alla Camera o al Senato con il supporto della struttura della Lega, vi chiediamo un confronto preventivo con i capigruppo e l’ufficio stampa sull’opportunità politica e di comunicazione degli eventi stessi».
L’incontro sulle terapie domiciliari a Palazzo Madama
A riportare oggi l’imbarazzata dissociazione del Capitano dai suoi eletti è il Corriere della Sera. Che racconta come l’evento abbia finito per diventare una prova a carico nei confronti del Capitano tra quegli eletti leghisti che vedono come il fumo negli occhi la strategia politica che prevede di strizzare l’occhio ai No vax. Il quotidiano racconta che l’appuntamento ha fatto infuriare i sempre più numerosi leghisti convinti che le ultime iniziative a tema Covid siano del tutto controproducenti, «di retroguardia» anche, soprattutto in vista delle amministrative di ottobre. E che sul#l’argomento la «linea non può darla Claudio Borghi», tra gli organizzatori della manifestazione anti green pass dello scorso luglio e attivissimo sui social su questi temi.
Per questo è arrivata la dissociazione di Salvini. Che dopo la bufala delle varianti che nascono come reazione al vaccino deve andarci con i piedi di piombo su questi temi. Anche per non scoprirsi a Nord. Dove i governatori sono sempre più perplessi sulla sua guida. Anche se tutti, salviniani, scettici e eventuali oppositori sanno bene che il passaggio della Lega dal 4% ai risultati di questi ultimi anni sono effetto della virata verso destra e verso il sovranismo.
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