Rivolta nel carcere di Melfi, presero in ostaggio agenti e sanitari contro le misure anti Covid: 11 arresti
11 persone arrestate. Altre 33 identificate per cui si aspetta l’esito dei ricorsi in Cassazione. Ha deciso così il Tribunale del Riesame di Potenza dopo la chiusura delle indagini per la rivolta nel carcere di Melfi del 9 marzo 2020. Circa 60 detenuti avevano preso in ostaggio nove persone tra agenti di custodia e personale sanitario contro le misure anti Coronavirus nelle carceri. I detenuti sono indagati per diversi reati che vanno dalla devastazione al sequestro di persona a scopo di coazione. Gli arrestati hanno un’età compresa tra i 49 e i 28 anni. Una delle prime cose che erano state tagliate nel sistema penitenziario era la possibilità di organizzare dei colloqui con i parenti all’interno della struttura. La scelta del governo, allora guidato da Giuseppe Conte con Alfonso Bonafede come ministro della Giustizia, aveva provocato proteste in diverse carceri italiane. A Melfi la rivolta è durata circa 10 ore. Anche dopo aver liberato gli ostaggi, i detenuti si sono rifiutati di tornare in cella. Gli uomini che avevano partecipato alle proteste erano stati trasferiti in altre strutture pochi giorni dopo, con un’operazione che aveva coinvolto oltre 260 agenti della polizia penitenziaria. A luglio dopo il caso del carcere di Santa Maria Capua Vetere, l’associazione Antigone aveva denunciato anche le violenze della polizia penitenziaria a Melfi come risposta alle proteste.
Leggi anche:
- Il caso del carcere di Melfi, 12 detenuti denunciano i pestaggi. Ma le telecamere non registravano: i sospetti sull’insabbiamento
- Violenza nelle carceri, dopo Santa Maria Capua Vetere nasce la Commissione per indagare su proteste e abusi
- La ministra Cartabia alla Camera: «A Santa Maria Capua Vetere un’umiliazione per tutti, anche per gli agenti» – Il video
- I nuovi video della «mattanza» a Santa Maria Capua Vetere: detenuti pestati mentre giocano a biliardino, altri buttati sulle scale
- I video «ancora più orribili» nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: «Mi hanno urinato addosso»