Green Pass e smart working nella Pubblica Amministrazione: i No vax non potranno lavorare da casa
Il decreto sul Super Green Pass del governo Draghi sancirà l’obbligo di Certificazione Verde Covid-19 per i lavoratori del settore pubblico e di quello privato. Ma per i travet il lasciapassare si incrocerà con lo smart working. Perché il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha ripetuto in più occasioni che intende riportare il lavoro agile alle percentuali dell’era precedente all’emergenza Coronavirus. E quindi nella Pubblica Amministrazione il Green Pass diventerà indispensabile come il cartellino. E, questa è la novità riportata oggi dal Messaggero, la bozza dell’Aran sul lavoro agile nella PA prevede che lo smart working diventi una prestazione lavorativa da eseguire in parte all’interno dei locali di lavoro e in parte all’esterno.
La bozza dell’Aran sul lavoro agile nella PA
Questo vuole dire che non ci sarà più spazio per il lavoro agile come prima, e quindi che il certificato diventerà una sorta di patente per lavorare. D’altro canto la Funzione Pubblica ha già fatto sapere che i lavoratori pubblici senza Green Pass sono 300 mila su un totale di 1,2 milioni. Concentrati soprattutto al Sud e negli enti locali. Il prossimo incontro tra Aran e sindacati è previsto per il 22 settembre. La nuova bozza chiarisce che il lavoro a distanza dovrà essere svolto entro i confini nazionali a meno che la sede di lavoro sia all’estero. Il lavoro agile comunque potrà essere utilizzato solo “per processi e attività di lavoro, previamente individuati dalle amministrazioni, per i quali sussistano i necessari requisiti organizzativi e tecnologici per operare con tale modalità. È finalizzato – si legge – a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo, al contempo, l’equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa”. Saranno previste specifiche attività formative per accompagnare il percorso di introduzione e consolidamento del lavoro agile.
L’accordo dovrà essere individuale e il lavoratore concorderà con l’amministrazione i luoghi dove è possibile svolgere l’attività. In ogni caso il dipendente dovrà garantire la sussistenza delle condizioni minime di tutela della salute e sicurezza e la piena operatività della dotazione informatica ma dovrà anche adottare tutte le misure necessarie e idonee a garantire la più assoluta riservatezza sui dati e sulle informazioni in possesso dell’Ente che vengono trattate dal lavoratore. Lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile non modifica la natura del rapporto di lavoro. Il dipendente conserva gli stessi diritti e gli stessi obblighi. Sono esclusi dallo smart working i lavori in turno e quelli che richiedono l’utilizzo costante di strumentazioni non remotizzabili. L’amministrazione avrà cura di facilitare l’accesso al lavoro agile ai lavoratori che si trovano in condizioni di particolare necessità, non coperti da altre misure. come ad esempio i genitori di bambini di età inferiore a 3 anni, i disabili e coloro che assistono disabili.
Leggi anche:
- Smart working e diritto alla disconnessione: le regole per prevenire e combattere lo stress digitale
- Smart working, sbornia digitale, esuberi e vaccini: così è cambiato il lavoro a un anno dal primo paziente
- Ansia, sbalzi d’umore e altri disturbi psicosomatici: il bilancio di 10 mesi di smart working ai tempi del Coronavirus – Lo studio