Violenza di genere, la svolta del Parlamento europeo: «Serve una norma Ue per contrastarla»
Con 427 voti favorevoli, 119 contrari e 140 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per includere la violenza di genere tra gli eurocrimini. «Il femminicidio è la forma più estrema di violenza di genere contro le donne e le ragazze»: da qui parte l’Europarlamento che con questa iniziativa intende chiedere alla Commissione una legge che tenga conto di politiche mirate per affrontare tutte le forme di violenza e discriminazione basate sul genere, contro donne e ragazze, ma anche contro le persone Lgbtqi+, e nel mondo dell’online. La risoluzione votata oggi punta a includere la violenza di genere tra le “sfere di criminalità” contenute nell’articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, insieme ad altri crimini che devono essere combattuti su base comune come il traffico di esseri umani, di droga e di armi, il crimine informatico, la mafia e il terrorismo. Se il reato di violenza di genere venisse annoverato tra questi reati gravi, ciò potrebbe portare per esempio a una riduzione dei tempi dei processi, che oggi possono durare anche diversi anni.
«Una vittoria enorme per le donne italiane e per le donne europee, un passo significativo in avanti per tutte le vittime di violenza – ha commentato la relatrice dell’iniziativa, l’eurodeputata del Pd Pina Picierno -. Bisogna completare il percorso e servirà un voto positivo e unanime del Consiglio dell’Ue per avviare formalmente la procedura di modifica del trattato. Ma oggi dal Parlamento europeo è arrivato segnale forte e chiaro che dimostra che sui diritti e le tutele per le donne non intendiamo arretrare di un millimetro». Gli eurodeputati hanno deciso di includere nelle forme di violenza di genere anche la negazione dell’assistenza all’aborto sicuro e legale e hanno invitato il Consiglio europeo a continuare il percorso intrapreso. In tanti hanno insistito sul fatto che la situazione nell’ambito della violenza di genere è stata esasperata dalla pandemia da Coronavirus e che la carenza di fiducia nei confronti delle autorità e del sistema giudiziario da parte delle vittime è un elemento determinante che spiega lo scarso numero di denunce.
I numeri del fenomeno in Italia
Solo negli ultimi 10 giorni, in Italia sono state uccise 7 donne, l’ultima delle quali una mamma di 21 anni ieri nel Vicentino. Dall’inizio del 2021 si contano 83 femminicidi: la quasi totalità è avvenuta in ambito familiare. Stando all’ultimo rapporto del Viminale, pubblicato lo scorso 12 settembre, dei 199 delitti commessi da gennaio a oggi, 83 sono donne e oltre la metà sono state uccise dal partner o da un ex. Nello stesso periodo del 2020, si era registrato un numero di femminicidi del tutto simile: 84 vittime a metà settembre. L’anno si è chiuso con 116 donne uccise. Lo scorso anno le chiamate al 1522 (il numero contro la violenza e lo stalking) sono aumentate del 79,5% rispetto all’anno precedente, sia per telefono, sia via chat (+71%).
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