Gli esperti Fda contro la terza dose sopra i 16 anni: ok solo agli over 65 e fragili
Il comitato degli esperti della Food and drug administration, l’agenzia per il farmaco Usa, ha votato per non raccomandare la terza dose di vaccino anti Covid prodotto da Pfizer a buona parte degli americani, proprio mentre il presidente Joe Biden sta spingendo il rilancio della campagna vaccinale proprio sui richiami. Il suggerimento degli scienziati alla Fda, che dovrà infine decidere sulle modalità del richiamo, è di riservarlo solo agli over 65, oltre che ai soggetti immunodepressi, categorie considerate ad alto rischio di contagio e di malattia. Il richiamo dovrebbe essere somministrato dopo almeno sei mesi dall’ultima dose. Ma il comitato non è stato unanime sulla terza dose per gli over 16, con due soli membri che si sono espressi a favore e alcuni, scrive il Guardian, che hanno comunque riconosciuto un ruolo per il richiamo. Il comitato di esperti è un organo consultivo che fornisce solo un’indicazione all’agenzia per il farmaco americana, che di solito ne conferma la decisione.
I dubbi sui rischi per i più giovani
Nella domanda di approvazione, Pfizer ha presentato dati sulla sicurezza su circa 300 adulti tra i 18 e i 55 anni che hanno ricevuto una dose di richiamo. Un campione giudicato da diversi membri troppo piccolo perché fosse affidabile. Incertezze che hanno diviso il comitato, a cominciare dalla professoressa Oveta Fuller, membro del panel e professoressa di microbiologia e immunologia alla Medical school dell’Università del Michigan: «Ci sono troppe domande perché io sia a mio agio nel dire “sì”». Alcuni membri come il dottor Eric Rubin, assistente professore di microbiologia e genetica molecolare all’Università di Harvard hanno detto di aver un «forte sospetto» che il richiamo del vaccino sarà a basso rischio. Una certezza però che: «al momento non abbiamo – ha aggiunto Rubin – e non credo che sarei tranquillo nel fare il richiamo a un ragazzo di 16 anni per tutti i motivi che sono stati già sollevati». I dubbi principali della maggioranza degli esperti che ha votato contro la terza dose per buona parte degli americani sono concentrati innanzitutto sui rischi di miocardite e altre infiammazioni cardiache, soprattutto tra i giovani.
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