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Willy, i testimoni in aula ricordano il pestaggio: «Sembrava tutto finito, poi sono arrivati i fratelli Bianchi»

23 Settembre 2021 - 14:31 Redazione
Al processo in corso a Frosinone il ricordo di un'aggressione a freddo: «Dopo l'ultimo pugno Willy è caduto e non si è piu rialzato»

Il ricordo della notte del 5 settembre 2020 è ancora parecchio vivo. Tanto più per i giovani che nell’arco di pochi minuti hanno visto trasformarsi una tranquilla serata di periferia nell’incubo che ha portato via l’amico e compagno di classe Willy Monteiro Duarte. Nel processo che prosegue a tappe forzate davanti al tribunale di Frosinone oggi, 23 settembre, è stato il giorno delle testimonianze oculari del gruppo di ragazzi che ha assistito al pestaggio, amici o semplici frequentatori del locale di Colleferro davanti al quale è morto Willy. “Colpevole” di aver provato ad intervenire in una discussione per aiutare un compagno di classe, Federico Zurma. Come racconta l’edizione on line del Corriere Roma, in aula è intervenuto prima di tutti Gianmarco Frabotti:

«Cominciammo a vedere l’agitazione in piazza attorno a Pincarelli e Belleggia (due degli indagati per il pestaggio ndr) che dopo aver colpito Federico Zurma si è allontanato mentre Pincarelli continuava la lite verbale con altri amici di Zurma. Poi si sono spostati tutti dietro l’edicola, in dieci minuti sembrava tutto finito ma poi sono arrivati i fratelli Bianchi».

Una coppia che non aveva bisogno di presentazioni a Colleferro, dice il testimone, perché tutti conoscono i due e la loro voglia di menare le mani:

«Quando sono arrivati tutti hanno fatto silenzio, la gente si allontanava. A Cenciarelli ho detto “non ti mettere in mezzo con questa gente”. I loro nomi erano conosciuti a Colleferro e dintorni per le risse, i pestaggi e lo spaccio. Li ho visti andare diretti verso il gruppo di ragazzi e cominciare ad aggredirli. Conoscevo Willy, giocavamo a calcio assieme da piccoli, e conosco Cenciarelli. Nessuno di loro due stava partecipando alla discussione. Gabriele Bianchi è andato spedito verso Willy e l’ha colpito in petto con un calcio frontale, di corsa, piegando la gamba, facendo leva con l’altra e spingendo col bacino. Willy è sbattuto contro una macchina, è caduto e Marco Bianchi l’ha colpito con un pugno in faccia mentre provava a mettersi in piedi. Non si è più rialzato».

Un racconto analogo anche da parte di Michele Vinciguerra:

«I Bianchi si sono diretti al centro del gruppo dei ragazzi che discutevano e io già sapevo chi erano. Willy stava solo assistendo ma Gabriele lo ha colpito subito con un calcio in petto che l’ha fatto cadere, Willy ha iniziato a boccheggiare, ha appena alzato lo sguardo e lui l’ha colpito di nuovo con un cazzotto al volto».

Nel corso del processo sono state lette anche alcune intercettazioni. In più di un dialogo i fratelli Bianchi si dicono sorpresi che qualcuno li abbia accusati del pestaggio. Del resto le loro spedizioni punitive, fino a quella notte, erano sempre state coperte dall’omertà spaventata dei testimoni.

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