Aumento bollette: quanto pagheremo elettricità e gas e quanto si risparmia con il decreto
Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto che taglia in parte i rincari delle bollette di elettricità e gas per il 2021. L’intervento del governo Draghi non sterilizza completamente gli aumenti del conto dell’energia dal primo ottobre se non per le famiglie meno abbienti che percepiscono il bonus sociale (3 milioni di nuclei). Per tutti gli altri l’incremento è sterilizzato per un terzo della cifra totale. Quanto risparmieranno quindi concretamente gli italiani con le nuove misure? L’intervento mira a eliminare per l’ultimo trimestre del 2021 gli oneri generali del gas per tutti e dell’elettricità per le famiglie e le piccole e piccolissime imprese. Precisamente, nella bozza si parla di interventi su utenze «domestiche» e «non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW». In totale si tratta appunto di 32 milioni di utenze che vedranno azzerati gli oneri di sistema. Sul gas, novità dell’ultima ora, ci sarà anche il taglio dell’Iva che passerà al 5% (dal 10% che pagano le famiglie e dal 22% per le imprese).
Rincari bollette: 13 euro di sconto per l’elettricità, 10 per il gas
Per sterilizzare gli oneri di sistema il decreto stanzia circa due miliardi e mezzo di cui 2 per la bolletta della luce (compensati per 700 milioni con il ricavato delle aste di CO2 e con il trasferimento di 1,3 miliardi alla Cassa per i servizi energetici e ambientali). E 480 milioni per il taglio degli oneri generali sulla bolletta del gas. A questi fondi si aggiungono 450 milioni che andranno a rafforzare il bonus sociale – che da quest’anno arriva in automatico a chi ne ha diritto, basta aver presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) e richiesto l’Isee per altri servizi.
In tutto secondo i calcoli dell’Arera si tratta di 3 milioni di famiglie potenzialmente interessate (2,5 milioni di queste anche per il gas). I parametri per lo sconto restano quindi inalterati. Saranno per nuclei con Isee entro gli 8.265 euro, famiglie con almeno 4 figli a carico con Isee non superiore a 20.000 euro e titolari di Reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza. Mentre sarà rimpolpato il bonus fino a essere tendenzialmente azzerati – fa sapere Palazzo Chigi – gli effetti del futuro aumento della bolletta.
Quest’anno il rimborso della luce è stato pari a 125 euro per i nuclei con uno o due componenti, 148 con tre-quattro componenti e 173 euro per le famiglie più numerose. E tutti gli altri? Per i 26 milioni di clienti domestici e 6 milioni di piccole aziende, il decreto, grazie alle norme sugli oneri di sistema e l’Iva agevolata, garantisce un risparmio di un terzo rispetto agli incrementi energetici attesi. Che sono, ricorda oggi La Stampa, il 40% per le utenze della luce, il 30 per il gas.
Quindi, secondo i calcoli del quotidiano su una bolletta dell’elettricità da 100 euro che sale a 140 per l’impennata delle forniture, lo sconto del governo ammonta a circa 13 euro. Per il gas, una fattura che da 100 euro crescerà a 130 nel prossimo trimestre, verrà abbassata di una decina di euro. Nel set di interventi messi a punto per calmierare i rialzi che scatteranno il 1° ottobre, anche il taglio dell’Iva sul gas «per usi civili e industriali» fino a dicembre. Attualmente l’imposta sul valore aggiunto è al 10% sui primi 480 Smc consumati (standard per metro cubo). Poi sale al 22%.
Il metodo di calcolo della bolletta
Per le associazioni dei consumatori gli effetti non sono decisivi. «Si tratta di palliativi che avranno effetti solo nel breve periodo ma non risolvono il problema delle bollette né eviteranno i futuri rialzi delle tariffe – spiega a Repubblica il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. Per il 2022 le previsioni sono estremamente negative e si attendono nuovi rincari per luce e gas, che non possono essere fronteggiati operando solo sugli oneri di sistema e tagliando l’Iva per soli 3 mesi. A tale situazione si aggiunge la stangata d’autunno che sta per abbattersi sui consumatori italiani, tra forti aumenti dei prezzi al dettaglio, caro-scuola e record della benzina alla pompa, e che potrebbe costare 1.500 euro a famiglia».
Anche Assoutenti si dichiara «totalmente delusa dalle misure del governo» e chiede interventi più strutturali e non solo temporanei. Per una riforma strutturale si attende il promesso cambio di metodo di calcolo della bolletta, che il governo non è riuscito a inserire in questo decreto. La legge di bilancio avrà una voce apposita con cui verrà spostata una parte dei cosiddetti oneri di sistema – quelli che non hanno niente a che fare sulla produzione di energia – sulla fiscalità generale, come suggerito da tempo dall’Autorità per l’energia. Gli oneri di sistema quindi non compariranno più nel metodo di calcolo della bolletta e i relativi costi verranno scontati dal conto totale per l’utenza.
Cosa paghiamo nella bolletta
Attualmente nella bolletta paghiamo gli oneri di sistema come il sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione (Asos) e gli oneri generali (Arim) che includono il decommissioning delle centrali nucleari e la ricerca per l’innovazione tecnologica. A pesare maggiormente però sulla bolletta della luce, spiega oggi il Corriere della Sera, resta sempre la spesa per la m ateria prima che si divide in voci di costo fisse e variabili con relative sigle. Poi ci sono le imposte, l’accisa e l’Iva. Le imposte hanno un peso sul costo totale della bolletta della luce superiore al 12%. C’è anche il canone Rai pari a 90 euro e suddiviso in dieci rate da 9 euro da gennaio a ottobre. Per la bolletta del gas a incidere primariamente sul costo che paghiamo è il prezzo della materia prima. In questo caso le sigle sono Cmem, Ccr e Qvd.
Il primo è il «Componente costo medio efficiente del mercato» ed è il costo previsto per l’acquisto del gas che poi viene venduto al cliente finale dal fornitore. La seconda sigla è la «Componente copertura rischi» ed è legata ai costi per l’attività di approvvigionamento che sostengono i gestori per fornire gas ai clienti. Infine nella bolletta del gas è inserita la quota vendita al dettaglio (Qvd). Sul mercato tutelato è pari a 62,74 euro l’anno mentre su quello libero i fornitori possono applicare importi più alti. Infine, la componente QOA è destinata alla copertura degli oneri generali di sistema, degli oneri di gradualità e della rinegoziazione dei contratti pluriennali definiti da Arera.
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