Il Cts verso l’ok all’aumento della capienza per stadi, cinema, teatri e concerti: «Ma le discoteche dovranno attendere»
Fino all’80% della capienza in cinema e teatri, dal 66 al 75% per stadi e concerti. Oggi il Comitato Tecnico Scientifico si riunirà per esprimere il parere richiesto dal governo Draghi entro il 30 settembre su cinema, musica e sport. Mentre per le discoteche si dovrà attendere ancora. I limiti di capienza in quei luoghi «nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative», come previsto dal decreto che ha introdotto il green pass nei luoghi di lavoro dal 15 ottobre, dovrebbero essere rivisti dagli esperti. E quindi, successivamente, dal governo. La decisione finale la prenderà il presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l’incontro con i ministri, forse già il primo ottobre.
Repubblica spiega oggi che le Regioni avevano ipotizzato di fissare la quota all’80%. Una soglia giudicata insufficiente da decine di artisti, cantautori, musicisti, registi che in questi giorni hanno firmato lettere e appelli al governo. La maggioranza dei membri del Cts sarebbe favorevole all’ipotesi avanzata dal ministro della Cultura Dario Franceschini: tutti (o quasi) in sala nei luoghi più piccoli, quelli fino a 2 mila posti; 75% massimo di spettatori rispetto alla capienza totale nelle arene più grandi. Anche per gli eventi sportivi si andrà verso un aumento dei tifosi negli stadi e nei palazzetti. Oggi la capienza consentita è del 50% all’aperto e del 25% al chiuso.
Il Cts dovrebbe dare il via libera al 75% all’aperto e al 50% al chiuso, sempre con il Green Pass obbligatorio. Ma per le discoteche si dovrà ancora attendere. «Specie in inverno sono ambienti chiusi e stipati di persone e con criticità nei sistemi di areazione», dice oggi il membro del Cts Fabio Ciciliano in un’intervista al Messaggero. «Ambienti in cui è impensabile che si mantengano la mascherina e il distanziamento. Parliamo di un’attività che è intrinsecamente connaturata da un maggiore rischio. Mi rendo conto che la situazione è difficile dopo un anno di chiusura, ma noi siamo tecnici. Lasciamo alla politica le decisioni».
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