Giorgetti: «Di Lega ce n’è una sola, voglio Draghi al Quirinale e poi andiamo al voto»
Di Lega «ce n’è una sola, fatevene una ragione». Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti prova a mettere una pezza sulle polemiche interne al Carroccio e in un’intervista a La Stampa dice che non ci sono due linee al suo interno: «Per niente. Al massimo sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist». Quanto a Mario Draghi, Giorgetti dice: «Vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può» perché «appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio – spiega – mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente. Da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori». Secondo Giorgetti, «l’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince». Giorgetti parla anche del salario minimo, dopo la polemica tra Confindustria e sindacati: «Se non c’è la parità di acquisto nei Paesi europei è piuttosto difficile da realizzare. Poi col salario minimo togli legittimazione alla contrattazione, ammazzando il sindacato. Il dibattito è aperto anche se va inserito in un discorso più ampio. E poi, a una settimana dal voto, questa discussione puzza di demagogia».
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