La presunta banda dei furti in casa a Perugia: in dodici prendevano il reddito di cittadinanza
Sette persone sono state arrestate (due in carcere e cinque ai domiciliari), una è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e altre otto sono state indagate a piede libero. Questo il bilancio dell’operazione che ha permesso alla Polizia di Stato di Perugia di individuare una presunta banda specializzata in furti in abitazione messi a segno nella zona di Assisi e nelle province limitrofe di Arezzo e Siena. A far parte del sodalizio, riconosciuto dal gip del capoluogo umbro come una vera e propria associazione a delinquere, uomini e donne, perlopiù legati da vincoli di parentela o affinità, con una struttura organizzativa su base familiare ben delineata nei compiti e capace di definire un programma criminoso sempre più elaborato, destinato a proiettarsi nel tempo e a rimodularsi secondo le necessità. Dagli accertamenti condotti con la Guardia di finanza è emerso anche che 12 dei 16 indagati beneficiano del reddito di cittadinanza.
Gli indagati sono italiani residenti tra Assisi e Cannara. Le sei donne del gruppo, scaltre e prive di scrupoli, la più piccola di 22 anni e la più grande di 40, ricoprivano ruoli non secondari. Alcune di loro erano specializzate negli scippi e nei furti in abitazione che perpetravano aggirando le padrone di casa, scelte appositamente sole e anziane, spacciandosi per venditrici di articoli vari o bisognose dei servizi igienici. Altre avevano compiti logistici: c’è chi si prestava a farsi intestare le auto che sarebbero state utilizzate per commettere i colpi, chi trasportava la refurtiva fuori regione e chi invece aveva il compito di custodire gli oggetti di valore rubati. Notevole anche il profilo criminale degli uomini dell’organizzazione, con alcuni di loro in grado di portare avanti la loro attività sebbene soggetti a misure restrittive della libertà personale.
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