Signorelli: «Negli spazi aperti il rischio contagio è bassissimo, i pericoli vengono dai treni e dai bus»
Il professor Carlo Signorelli, ordinario di igiene all’università Vita e Salute San Raffaele e past president della società italiana di igiene (Siti), in un’intervista al Corriere della Sera oggi sostiene che il rischio di contagio da Coronavirus sia bassissimo negli spazi aperti. «Lo ripeto e rimango della stessa idea: il rischio di contagio negli spazi all’aperto è bassissimo, tanto più che adesso c’è l’obbligo di presentare il Green pass. Concentriamoci piuttosto sui luoghi critici, quelli dove si creano assembramenti pericolosi. Ad esempio i mezzi di trasporto, i convogli delle linee ferroviarie regionali…». Secondo il docente le capienze per gli eventi all’aperto potevano essere aumentate di più: «Sarei più tollerante per quanto riguarda le manifestazioni open air dove i limiti di capienza erano soltanto sulla carta e non avevano una logica. Vedevi settori completamente vuoti e poi una parte degli spalti debordanti di pubblico. Non era certo quello il modo di soddisfare il requisito del 50%. Eppure si è andati avanti così. Adesso, con il Green pass, il rischio si è molto ridotto. Sarei rigoroso però nel far indossare la mascherina e invece nessuno controlla. Inutile stare a ritoccare le percentuali se poi nessuno verifica il rispetto dei comportamenti che restano sempre una delle armi con cui si combatte un’epidemia da virus respiratorio».
Il discorso cambia invece quando si parla di luoghi al chiuso: «Nei luoghi chiusi i virus si trovano alla grande. Però sono d’accordo nell’aver ritoccato verso l’alto le percentuali della capienza, purché venga applicato rigorosamente l’obbligo di entrare con green pass e di non togliersi mai la mascherina da naso e bocca. Allargare al 100% in questa fase mi sembra prematuro e affrettato anche se comprendo le sacrosante ragioni dei gestori. Ma andiamo verso la stagione fredda, ideale per la circolazione dei virus». Per le discoteche quindi bisognerà attendere: «Il problema della sicurezza in questi luoghi è innegabile. La gente balla, si accalora, parla a voce alta per farsi sentire, certo non usa la mascherina. È difficile controllare la situazione. Occorrerebbe un protocollo molto stringente che poi all’atto pratico risulterebbe difficile da applicare. Teniamo presente poi che a frequentare le discoteche sono i giovani, in parte non ancora vaccinati».
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