Lo studio su vaccini a mRNA e miocardite che ha ispirato i No vax era sbagliato
Le ricerche sulla correlazione tra vaccini a mRNA e infiammazioni al cuore come la miocardite proseguono. Al momento non sono emerse evidente di un nesso causale. Secondo i principali enti responsabili (EMA ed FDA), i benefici della vaccinazione contro il nuovo Coronavirus superano di gran lunga i rischi. È ben più probabile a confronto, sviluppare miocardite a seguito dell’infezione. Uno studio canadese del Ottawa Heart Institute ancora in attesa di revisione, sembrava mostrare una probabilità più alta – rispetto alle stime note – di manifestare miocardite a seguito della vaccinazione con dosi di Moderna e Pfizer-BioNTech (una su mille). Prendiamo come esempio la più recente revisione esaminata dal Prac, il Comitato di farmacovigilanza dell’EMA, che suggerisce un «potenziale collegamento» tra miocardite e vaccini mRNA, sulla base di 145 segnalazioni su un totale di 177 milioni di dosi con Pfizer e 20 milioni con Moderna. Effettivamente i ricercatori canadesi hanno commesso degli errori, decidendo così di ritirare il paper. Nel frattemo gli ambienti No vax avevano già strumentalizzato i risultati del paper. Questo caso dovrebbe essere da monito, al fine di osservare maggiore cautela prima di rendere virale degli studi ancora in attesa di revisione.
Perché gli autori hanno ritirato lo studio
I ricercatori canadesi hanno preso in esame 32 casi su oltre 32mila dosi di vaccini a mRNA inoculate a Ottawa nell’arco di due mesi. Così hanno calcolato un tasso di uno su mille, cosa che sembrava ribaltare quanto era emerso nella letteratura in merito, dove le miocarditi correlate alla vaccinazione sono talmente rare da non poter escludere altri fattori, rendendo il collegamento causale non dimostrato. Il problema è che le dosi totali, somministrate tra luglio e agosto, in realtà erano molte di più: oltre 800mila. Il tasso corretto, in linea con quanto emerso nella comunità scientifica è quindi di un caso su 25mila.
«Lo abbiamo fatto di fretta, in un certo senso, e stavamo ottenendo una sorta di dati preliminari sul tasso di vaccinazione, quindi scopriamo che quel numero non era completo», spiega alla CBC Peter Liu principale autore dello studio.
Quando uno studio peer review si rivela errato dopo la pubblicazione, la rivista lo ritira con la dicitura retracted. Se invece, come in questo caso, i ricercatori si accorgono di aver commesso degli errori in fase di revisione, questi possono (devono) decidere di ritirarlo, in questo caso si usa la dicitura withdrawn, come appare adesso in cima al paper.
Retracted sono studi come quello che sulla base di mere segnalazioni, suggeriva la pericolosità dei vaccini anti-Covid, pubblicato su una rivista della casa editrice svizzera MDPI lo scorso luglio; oppure la lettera apparsa su JAMA sulla presunta tossicità delle mascherine. Withdrawn è lo “studio” cinese di Xiao Botao a sostegno della tesi del «virus sfuggito da un laboratorio portato all’esterno incidentalmente da un ricercatore»; lo stesso è successo per lo studio indiano che avrebbe trovato innesti si HIV nel genoma di SARS-CoV-2, la cui «validità» continua a essere sostenuta dai guru complottisti.
Foto di copertina: geralt | Cardiogramma.
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