Enrico Varriale indagato per stalking nei confronti dell’ex compagna. Lui: «Accuse false»
Enrico Varriale, giornalista sportivo e fino a pochi mesi fa direttore di RaiSport, è indagato per stalking nei confronti della ex compagna. Il giudice delle indagini preliminari Monica Ciancio ha disposto nei suoi confronti il «divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa», secondo quanto scrive oggi il Corriere della Sera. Insieme alla duplice prescrizione di «non comunicare con lei» neppure «per interposta persona» e di «allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza». Insieme alla duplice prescrizione di «non comunicare con lei» neppure «per interposta persona» e di «allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza». E questo perché, secondo il giudice, «le condotte poste in essere dal Varriale danno conto di una personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo».
La ex: «Insultata e picchiata»
Il quotidiano racconta che l’ex compagna è un’imprenditrice che si era trasferita a Roma dalle Marche in un appartamento da single un anno fa. Ma dalla fine di luglio le cose tra i due sono cambiate. Stando alla ricostruzione dei magistrati, a causa dei «repentini scatti d’ira» dell’indagato, sotto stress per almeno tre fattori: la rinuncia obbligata di Varriale alla «vetrina» delle telecronache delle partite degli azzurri, in quanto entrato in contatto con un positivo al Coronavirus; il procedimento disciplinare a suo carico per non aver rispettato la quarantena; e, infine, la mancata conferma nel ruolo di vicedirettore di RaiSport. Secondo l’accusa, la mattina del 6 agosto «durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro, scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole dei calci e, mentre la parte offesa cercava di rientrare in possesso del cellulare che le aveva sottratto, le afferrava il collo con una mano, cagionandole lesioni».
La scena si conclude con il lancio di un telefonino e la corsa di lei al pronto soccorso del Policlinico Gemelli. «Ferita lacero-contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in cinque giorni», recita il referto. Agli atti ci sono anche le testimonianze di due amici. La seconda denuncia, quella per stalking, arriva il 14 settembre. Si parla di una sequenza di telefonate notturne, citofonate, appostamenti e messaggi andata avanti per settimane. «Mi ha picchiata, presa a schiaffi, sbattuta contro il muro, insultata». E ancora: «Mi perseguita con telefonate di notte, si apposta sotto casa, citofona alle 6 di mattina…».
La versione di Varriale
Varriale respinge tutte le accuse. «Non ho mai stalkerizzato nessuno e chi afferma questo ne risponderà in tutte le sedi. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale – fa sapere al Corriere -. Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la loro infondatezza facilmente e in tempi brevi». Nell’ordinanza della giudice Ciancio, notificata il 27 settembre al commissariato Ponte Milvio, l’accusa di atti persecutori (reclusione da uno a sei anni e mezzo) viene motivata con le «condotte reiterate» di molestia e minacce. Che hanno provocato alla donna «un grave stato di ansia e paura», con «attacchi di panico, fatica nella respirazione e tachicardia, tali da immobilizzarla».-E «un fondato timore per la propria incolumità, costringendola ad alterare le abitudini di vita».