In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
LE NOSTRE STORIEIn tutti i sensiMarchePubbliredazionale

Il ritorno a scuola di Giulia. Quando tornare a imparare è ricominciare a vivere

01 Ottobre 2021 - 13:14 in collaborazione con  Lega del Filo d'Oro
Dietro la porta con scritto “Giulia” c’è una bambina di 8 anni che da molti mesi a questa parte non piange più. La campanella della sua seconda elementare nella scuola del Centro di Osimo è suonata anche quest’anno e lei già sa che starà bene

Dietro la porta con scritto “Giulia” c’è una bambina di 8 anni che da molti mesi a questa parte non piange più. La campanella della sua seconda elementare nella scuola del Centro di Osimo è suonata anche quest’anno e lei già sa che starà bene. Talmente bene che Giulia ora parla. Talmente bene che non ha più crisi. Talmente bene da capire che il mondo che la circonda può essere anche il suo posto. Niente di meno scontato se prima di essere accolta da «quegli angeli della Lega del Filo d’Oro», come li chiama sua mamma, la voglia di imparare e il suo diritto all’istruzione hanno subìto la più grande ingiustizia che si possa riservare a bambini come lei. Giulia ascolta il mondo con il suo impianto cocleare: l’orecchio elettronico impiantato al di sopra del padiglione auricolare interviene sulla sua profonda sordità. In quanto a vedere poi, deve fidarsi degli occhi di chi le è attorno e provare ogni giorno ad abbandonarsi un po’ di più. Una sfida non facile se chi è chiamato a sostenerla non comprende fino in fondo il tesoro di cui prendersi cura.

Quando era nella sua città, a Roma, per Giulia e la sua famiglia andare a scuola si è rivelato un incubo fin da subito. «Pensavano di poterle chiedere quello che per loro rientra nella categoria della “normalità”, senza capire che le sue enormi risorse andavano scoperte con competenza e pazienza». Un sostegno superficiale, fatto di scarse risorse pubbliche e trascuratezza, che presto ha convinto Giulia di non essere all’altezza del mondo che la circonda. «Le crisi e le notti insonni erano l’espressione di un disagio profondo che comprendevamo ma che non avevamo gli strumenti per poter lenìre». Un cammino duro fatto di bassa autostima e passi indietro, fino a quando la pandemia ha costretto anche Giulia a stare a casa. Da quel momento l’intervento della Lega del Filo d’Oro ha stravolto tutto.

«Li avevamo già conosciuti in altre occasioni ma una volta arrivati nel centro di Osimo abbiamo visto la nostra bambina tornare a vivere». La scuola del grande Centro collocato tra le colline marchigiane ha accolto Giulia a braccia aperte, sfidando la diffidenza per un mondo che era stato capace soltanto di ferirla. «Sentivamo che non riusciva a fidarsi neanche più di noi, suoi genitori e delle nostre scelte», ricorda Monica, sorridendo subito dopo al pensiero di quello che poi è arrivato. La paura si è trasformata in forza e i pianti in enormi passi avanti. Attraverso lo studio attento delle esigenze e delle potenzialità, il team di insegnanti ha capìto come riconquistare la fiducia di Giulia.

LEGA DEL FILO D’ORO| Giulia Genovesi durante una lezione nella scuola del Centro di Osimo

Quel piccolo residuo visivo segnalato dai medici ha sùbito fatto comprendere loro che nonostante non parlasse, Giulia avrebbe potuto comunicare, eccome. Da lì un insieme di segni e immagini che giorno dopo giorno hanno connesso la bambina con il mondo che le girava attorno. «Ne ha imparati 20 in un anno», dice mamma Monica, «e non sono affatto pochi».  “Ciao, grazie, alto, basso, avanti, indietro, fame, sete”. Le ascolta e sa cosa vogliono dire. «Pensavamo che pronunciarle sarebbe ormai stato impossibile per lei. Se i bambini come Giulia non parlano entro i 18 mesi dalla nascita ci sono pochissime possibilità che comincino più tardi». Ma ai suoi insegnanti della scuola di Osimo non è importato. Quella bambina così determinata e adesso aperta alla vita poteva fare ancora molto per se stessa e per gli altri.  E così in quel 12 marzo dello scorso anno è successa la cosa più bella che mamma Monica aveva smesso di sperare. «Monica, chiedi a Giulia se vuole il suo tablet». A parlare al telefono direttamente dal Centro di Osimo è il papà. Monica quella domanda a Giulia l’ha fatta ascoltando per la prima volta un suono mai sentito. Quel «Sì» urlato a gran voce è stato solo la prima parola di tante altre arrivate dopo.

La seconda elementare di Giulia è cominciata da poche settimane e le cose da poter imparare sono ancora tante. Quell’aula è diventata il suo mondo: l’agenda dove poter scegliere da sola le attività da fare, la scrivania dover mettersi alla prova con strumenti pensati apposta per lei, quei libri sonori che tanto ama e che oramai ha imparato a capire e ascoltare incantata. «Entri al Centro di Osimo con un figlio disabile e ne esci con un figlio abile perché la più grande capacità è riconoscere il loro grande potenziale e farlo fiorire». Un nuovo anno di scuola è cominciato e insieme a Giulia c’è un’intera equipe pronta a camminare con lei passo dopo passo e a festeggiare ogni suo grande progresso. «Non è la disabilità il problema», ora dice mamma Monica, «ma chi sceglie di non tutelarla».

Testo: Giada Giorgi
Grafiche: Vincenzo Monaco
Producer: Francesca Simili

Leggi anche:

Articoli di LE NOSTRE STORIE più letti