Lobby nera, Rampelli il braccio destro di Meloni evoca il complotto. E sulla condanna del fascismo resta vago
Davanti alle immagini di Carlo Fidanza che scherza su immigrati ed ebrei, gioca col saluto nazista e non perde troppo tempo per chiedere contributi in nero a un imprenditore appena conosciuto, il deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, dice di: «essere trasecolato». Intervistato da Repubblica, uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni prova a prendere le distanze da quell’ambiente estremista con cui gli esponenti milanesi di FdI sembrano in gran confidenza: «Noi non abbiamo mai avuto a che fare con nazisti e razzisti, li abbiamo sempre cacciati a pedate». Una linea che non deve essere stata applicata proprio a livello nazionale, considerando quel che è emerso dall’inchiesta «Lobby nera» di Fanpage e mandata in onda anche da Piazza Pulita su La7. Un’inchiesta appunto che porta con sé diversi sospetti.
Secondo Rampelli non tanto quelli della procura di Milano, che indaga anche per riciclaggio, ma quelli di un complotto ordito alle spalle di Fratelli d’Italia a pochi giorni dal voto delle elezioni comunali e per colpire Meloni, leader in ascesa del centrodestra: «Sono polpette avvelenate. Penso non sia giusto tirarle fuori così, a pochi giorni dal voto». Insomma, un complotto è: «un sospetto legittimo», dice Rampelli. Con un po’ meno fermezza però il deputato prova a rispondere, poi, quando Annalisa Cuzzocrea gli chiede se, oltre a nazismo e razzismo, se la sente anche di condannare il fascismo. Ma su questo Rampelli gira largo: «C’è un grande desiderio da parte nostra di scrollarci di dosso pagine sanguinose della prima e della seconda guerra mondiale. Vogliamo creare un perimetro dove gli italiani si possano riconoscere e invece – insiste – pare che qui ci si voglia mettere sempre l’uno contro l’altro armati. Accade solo da noi o in quale Paese africano devastato da guerre tribali».
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