Crisi climatica, la promessa di Cingolani alla PreCop26: «Disincentiveremo gli investimenti sui combustibili fossili»
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alla conferenza stampa finale della PreCop26 di Milano ha ribadito quali sono gli obiettivi del governo Draghi e cosa succederà nei prossimi anni (promettendo anche di far diventare fissa la Cop dei giovani visto che «sono passati dalle proteste alle proposte»): «Cerchiamo di disincentivare qualsiasi investimento in ricerca ed estrazioni di fossili. Tuttavia, è impossibile raggiungere subito zero investimenti, perché la transizione implica che, per un certo lasso di tempo, ci sarà coesistenza tra rinnovabili e fossili. Ma la strada è ben chiara». Nell’ultimo periodo, hanno spiegato sia il presidente della Cop26, il britannico Alok Sharma, sia il ministro Cingolani sembrerebbe che anche la Cina, principale emettitore di gas serra al mondo, sia diventata più consapevole della gravità della crisi climatica.
«Negli otto mesi scorsi ho visitato 34 paesi, fra i quali la Cina – ha spiegato Sharma -. Tutti i governi hanno detto che vogliono che la Cop26 sia un successo. C’è un riconoscimento generale che il cambiamento climatico non ha confini. Sono fiducioso in un risultato positivo». Per Cingolani «già al G20 dell’Ambiente a Napoli a luglio i rappresentanti cinesi mi avevano detto di comprendere che la decarbonizzazione è un obiettivo fondamentale e che bisogna rispettare l’Accordo di Parigi. Ma fra luglio e oggi è arrivato il nuovo rapporto dell’Ipcc (il comitato scientifico dell’Onu sul clima, ndr) che dice che, con gli attuali ndc (gli impegni degli Stati per la decarbonizzazione, ndr), arriveremo a un riscaldamento di 3 gradi a fine secolo. Da fine luglio il senso di urgenza è aumentato enormemente. Sono fiducioso che a Glasgow ci sarà un consenso globale».
E infine ha toccato il delicato tema dell’aumento delle bollette: «Entro fine anno avremo una riduzione del prezzo del gas ma rimaniamo sulla strada dell’uscita dal gas. Le bollette aumentano all’80 per cento per l’aumento del prezzo del gas e al 20 per cento per quello del carbonio. Non si può dire che la transizione energetica aumenti il costo dell’energia. Vogliamo uscire dal gas e servono investimenti sulle rinnovabili – ha spiegato Cingolani -. Con le rinnovabili, per garantire continuità alla rete elettrica in un primo tempo servirà il gas. Noi cerchiamo di investire sulle batterie per l’accumulo di energia, ma queste al momento costano 5 volte quello che costano le centrali a gas. Però sono fiducioso che in cinque anni queste tecnologie scenderanno di prezzo».
Foto in copertina di repertorio: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
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