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Scuola, i banchi anti-Coronavirus sono a rischio incendio: «172 mila euro per ritirarli»

04 Ottobre 2021 - 08:50 Redazione
banchi scuola arcuri normativa antincendio 1
banchi scuola arcuri normativa antincendio 1
I banchi monoposto sono pericolosi perché troppo lunghi e a rischio incendio. Figliuolo dispone il ritiro

I banchi monoposto di Domenico Arcuri sono più lunghi e non preservano dal rischio incendio. Per questo il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha disposto il ritiro di emergenza di 110 mila banchi in 136 diversi istituti in tutta Italia. L’operazione si farà grazie a un assegno di 172.987,08 euro al netto dell’Iva staccato dallo stesso Commissariato alla ditta di trasporti Jet Air Service Spa, iscritta alla Camera di commercio italo-cinese. Il Corriere della Sera fa sapere che la somma servirà a ritirare i banchi in fretta e furia, visto il rapporto consolidato della ditta con le rotte del Far East che le ha permesso di gestire in passato anche le spedizioni di attrezzature sanitarie, come mascherine e dispositivi medici, dalla Cina verso l’Italia. La rimozione è stata decisa in vista del nuovo anno scolastico.

Per farlo è stata necessaria una determina, datata 21 settembre, che ha deciso il piano logistico per ritirare gli arredi realizzati dall’azienda portoghese Nautilus che sottoscrisse due contratti durante la gestione Arcuri. Il primo, da 2,2 milioni, per la fornitura di 70 mila sedie. Il secondo, da 7,3 milioni, appunto per questi 110 mila banchi non a norma. Che sono pericolosi soprattutto se il loro numero all’interno di una classe è superiore alla superficie di metri cubi totale consentita per la legge anti-incendio. Fonti della gestione Arcuri fanno sapere al quotidiano che il contratto di fornitura con la portoghese Nautilus era di solo 37 mila banchi, di cui 6 mila non erano stati accettati dai dirigenti scolastici per le dimensioni eccessive. Erano stati scelti da una commissione tecnica in cui figuravano anche due membri del ministero dell’Istruzione e uno dell’Inail.

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