Sabrina Pittarello si è pentita, la conversione della maestra No vax dopo la terapia intensiva: «Sono un’altra persona»
Si è ricreduta – ma solo in parte – Sabrina Pattarello, l’insegnante No vax delle scuole di Treviso che aveva contratto l’infezione da Covid e per questo era stata prima ricoverata e poi era finita nei reparti di terapia intensiva. Le dimissioni sono arrivate ieri, 4 ottobre, e lei, 45 anni, è tornata nella sua casa a Marghera. Si era fatta riconoscere nella cittadina in cui risiede, Catene, per essere una irriducibile oppositrice delle misure di contenimento. I vicini di casa giurano di averla vista, come racconta Il Gazzettino, senza mascherina nelle fasi più acute della pandemia. E che li rispondesse, dicendo: «Il virus è solo un’invenzione!». Ora, invece, la conversione: Pattarello, dopo il lungo ricovero, la pensa diversamente e si è detta anche favorevole alla profilassi. «Ho capito che con il virus non si scherza, Ho capito tante cose. Non sono più la Sabrina di un mese fa. Sono un’altra persona», ha detto.
La sospensione dalla scuola
A gennaio scorso l’insegnante era stata sospesa dall’istituto Giovanni XXIII. Oltre a rifiutarsi di indossare la mascherina in classe, faceva propaganda No vax tra i suoi alunni, fornendo testi appositi. Fra le tesi negazioniste più qutotate tra gli alunni, e che erano arrivate alle orecchie dei genitori è quella secondo la quale «di Covid muoiono i vecchi». Le famiglie degli alunni avevano chiesto l’intervento della Polizia locale e il sindaco Mario Conte aveva avvisato anche il prefetto. Dopo questi interventi, la scuola aveva avviato un procedimento disciplinare in cui si era scoperto che alla maestra mancavano i requisiti necessari per insegnare: era diplomata in ragioneria e questo titolo non era sufficiente nemmeno per una supplenza.
Il commento del padre
Dopo la sospensione e il ricovero in ospedale, il padre di Pattarello aveva giustificato le posizioni della figlia in un’intervista, spiegando che era «stata mal consigliata e si è fidata di un gruppo di esaltati che l’ha convinta ad assumere queste posizioni». «Fosse stata una bambina le avrei spiegato le cose accompagnandola per mano, ma è una donna», aveva detto l’uomo, in attesa del decorso della malattia. «Chissà se si sarà resa conto che, nel momento in cui si è sentita male, non ha potuto rivolgersi ai No vax, ma ha dovuto chiamare il pronto soccorso e chiedere aiuto alla medicina».
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