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Tensioni sulla riforma del fisco: la Lega non partecipa al Cdm. Via libera del governo alla delega

05 Ottobre 2021 - 16:50 Redazione
Prima della riunione, il ministro Garavaglia aveva abbandonato la cabina di regia chiedendo più tempo per analizzare la bozza

C’è l’esame del Ddl delega per la riforma fiscale sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi. La riunione – iniziata attorno alle 15.30 – segue una cabina di regia piuttosto movimentata, e anticipa la conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel primo pomeriggio, ha cominciato a circolare una prima bozza del Ddl delega. Dieci articoli incentrati sulla riforma del sistema fiscale che, tra gli altri, contiene novità sull’Irpef, sulla revisione del catasto di fabbrica e sulla modernizzazione degli strumenti di mappatura catastale degli immobili (in particolare su immobili non censisti, abusivi, edificabili accatastati come agricoli). La bozza è ancora suscettibile di qualche modifica, con la Lega che chiede tempo per analizzare il testo. Secondo l’agenzia Ansa, il ministro Massimo Garavaglia, che rappresenta il partito al tavolo al posto di Giancarlo Giorgetti, ha lasciato in anticipo la riunione dicendo ai colleghi che la Lega avrebbe approfondito la bozza. I ministri del Carroccio, poi, hanno deciso di non prendere parte al Cdm.

Circa mezz’ora più tardi, è arrivato il via libera dei ministri alla delega per la riforma fiscale. La Lega, tuttavia, ha fatto sapere che oltre alla revisione del catasto – osteggiata da quando è iniziata la discussione sul tema fisco – e alle coperture necessarie per la riforma dell’Irpef, ci sono stati degli attriti relativi al «metodo» con cui è stata portata avanti la discussione. I ministri della Lega avrebbero disertato l’incontro lamentando il fatto che «ricevere le carte – all’ultimo – non è serio». E che non ci stanno a votare dei testi «sulla fiducia». Ad ogni modo, una volta che il parlamento darà il suo via libera, il governo avrà 18 mesi di tempo per emanare i decreti attuativi della delega fiscale.

La bozza della riforma

Nel documento del governo si legge che la riforma è tesa a ridurre gradualmente le aliquote medie Irpef anche al fine di «incentivare l’offerta di lavoro e partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili». E nel garantire la progressività, la riforma si preoccupa di puntare anche a ridurre gradualmente «le variazioni eccessive delle aliquote marginali». Con la riforma del fisco il governo punta a razionalizzare la struttura dell’Iva. In particolare, con riferimento «al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote» allo scopo di semplificare «la gestione e l’applicazione dell’imposta, contrastare l’erosione e l’evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell’imposta». Il decreto mira anche ad armonizzare la tassazione del risparmio per contenere gli spazi di elusione dell’imposta. Nel documento è presente anche un obiettivo di riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall’Irpef «tenendo conto della loro finalità e dei loro effetti sull’equità e sull’efficienza dell’imposta».

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