Draghi sulla revisione del catasto: «Nessuno pagherà di più. L’assenza della Lega? La spiegherà Salvini» – Il video
Una conferenza stampa breve, ma necessaria, forse per tranquillizzare più gli azionisti leghisti del governo che l’opinione pubblica. Mario Draghi, dopo la conclusione del Consiglio dei ministri che ha dato via libera alla delega per la riforma del fisco, si è presentato ai giornalisti insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco. Ed è la revisione del catasto il tema su cui viene messa alla prova la compattezza della maggioranza, al punto che i ministri del Carroccio hanno abbandonato – oggi, 5 ottobre -, il Cdm, lamentando il fatto che «ricevere le carte – all’ultimo – non è serio». La bozza, seppure arrivata in ritardo nelle mani dei ministri, è stata approvata e Draghi, perentorio, ha dichiarato alla stampa che l’assenza dei leghisti «la spiegherà l’onorevole Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega».
«La sostanza del Cdm di oggi è stata la discussione e l’approvazione della delega fiscale – ha esordito Draghi -. Vorrei puntualizzare che la legge è una legge delega e quindi è una legge generale che poi andrà riempita da contenuti con un ulteriore momento di confronto». Il presidente del Consiglio, poi, si è dilungato in una serie di rassicurazioni, soprattutto sulla questione catasto: qui c’erano due decisioni, ha detto, da poter prendere, «la prima è costruire una base di informazioni adeguata, la seconda è decidere se cambiare le tasse e questa decisione oggi non la abbiamo fatta. Ci vorranno 5 anni – ha sottolineato. Insomma, sulle rendite – ci sono accertamenti in questo periodo e solo nel 2026 se ne riparlerà».
Poi, Draghi si è soffermato sulle definizioni per placare le ritrosie: «Non è revisione del catasto ma una riformulazione, il governo si impegna ad accatastare tutto quello che non è accatastato, terreni, abitazioni, e procede a una revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato. A parte che ci voglio 5 anni ma il governo si impegna che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite restano invariate». In generale, «si può avere la sensazione che questa sua l’ultima parola sul fisco ma per fortuna o purtroppo il processo non è così semplice, prenderà molti anni», ha aggiunto il capo dell’esecutivo, garantendo che «il contribuente medio non si accorgerà di nulla per quanto riguarda il catasto, resterà tutto come prima».
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