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«Little deviation»: l’ipotesi di un errore umano dietro l’aereo precipitato a Milano

aereo precipitato san donato milanese
aereo precipitato san donato milanese
Nel filmati del Pilatus Pc-12 caduto a San Donato Milanese non si vedono fiamme dal motore. Mentre il pilota ha parlato con la sala radar prima dell'incidente

Nei filmati sequestrati dalla procura di Milano non si vedono fiamme provenire dal motore dell’aereo Pilatus Pc-12 precipitato a San Donato in provincia di Milano. E, al contrario di quello che si pensava, non è arrivato nessun Sos dal pilota Dan Petrescu. Né avarie né segnalazione di problemi al motore o legati al maltempo. Ecco perché adesso tra le cause per spiegare l’incidente aereo che ha causato la morte di otto persone adesso si fa strada quella più tragica: l’errore umano. Di certo quando la sala radar, accortasi dell’anomalia, ha contattato immediatamente il Pilatus, Dan Petrescu ha risposto spiegando che stava effettuando una deviazione. Pare abbia detto qualcosa come «little deviation», e successivamente ha chiesto anche quello che in gergo tecnico si chiama un vettore, ossia spazio e coordinate probabilmente per rientrare all’aeroporto, ma senza segnalare emergenze per avaria, maltempo o incendio.

La «deviazione» del Pilatus Pc-12

Il Corriere della Sera racconta oggi che domenica alle 13 quando il volo diretto a Olbia della compagnia «Sc Aviroms» è decollato da Linate con a bordo Petrescu, la moglie, il figlio Stefan, e il 32enne Filippo Nascimbene, la moglie, la suocera e il figlio Raphael di 20 mesi, le condizioni meteo non erano a rischio. Ma intorno ai 1.800 piedi (quasi 600 metri) c’erano nuvole compatte e pioggia. Gli inquirenti per il momento, in attesa di prove documentali (nuovi filmati o analisi dei dati della scatola nera), vanno cauti sul racconto di alcuni testimoni che hanno detto di aver visto «fiammate» uscire dall’aereo in caduta. L’ipotesi che rimane sul tavolo è che il Pilatus Pc-12 sia andato in stallo, iniziando a precipitare verso il suolo. Gli inquirenti indagano sul fattore nubi, attraversate in fase di decollo e di allineamento alla rotta verso la Sardegna che potrebbero aver disorientato il pilota. Insieme a una valutazione errata di pesi (il Pc-12 era a pieno carico) e velocità.

Questo, sostiene il quotidiano, potrebbe spiegare anche il dialogo tra il pilota e la torre di Linate che lo contatta poco prima della caduta per accertarsi di una anomalia nella rotta. Petrescu ha risposto solo «little deviation» ricevendo poi dai controllori di volo le istruzioni per rientrare nel corretto percorso. Cosa che però il Pc-12 non farà mai. A raccontare gli ultimi attimi drammatici sono poi le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona già al vaglio degli investigatori. Da una prima analisi si vede il piccolo velivolo precipitare ad altissima velocità (per questo è sparito dal radar) con il muso a 90 gradi e disintegrarsi nei presi della palazzina a due piani. Ma niente fiamme prima del “violentissimo impatto” seguito da una esplosione. Ora la polizia scientifica dovrà esaminare i singoli fotogrammi che compongono quei pochi secondi di video. Ma intanto la dinamica che viene a galla, secondo un ingegnere aeronautico che si sta occupando della tragedia, fa pensare a uno stallo del motore. Al momento comunque non si può escludere nemmeno un malore del pilota.

Lo stallo del motore

Alle indagini collaborerà anche l’Ansv, l’Agenzia Nazionale Sicurezza Volo, che parteciperà, per esempio, all’analisi della scatola nera per la quale sarà necessario uno specifico software di decriptazione dei dati. L’ente, inoltre, in base ai protocolli operativi, potrà acquisire, senza l’obbligo di dover ricorrere a rogatorie dell’autorità giudiziaria, informazioni e dati dalla società svizzera che ha prodotto l’aereo. E da quella canadese che ha realizzato il motore. Oltre che documenti in Romania relativi alla proprietà dell’aereo e alla manutenzione. Altro capitolo su cui la magistratura farà accurati approfondimenti. Dato che il Pilatus Pc-12, atterrato nello scalo milanese lo scorso 30 settembre, durante la sosta non sarebbe stato sottoposto ad alcun intervento manutentivo né avrebbe fatto rifornimento di carburante.

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