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A Bergamo uccidevano i pazienti Covid «sparando una bomba di ossigeno» nei polmoni? Nessuna prova

07 Ottobre 2021 - 14:47 David Puente
Un testo senza senso viene diffuso tramite i social per sostenere che i malati deceduti a Bergamo siano stati uccisi dai medici, ma non si trovano riscontri

Circolano dal 3 ottobre 2021 dei testi attribuiti a una presunta «relazione peritale» del Tribunale di Bergamo relativa all’inchiesta sulla gestione della pandemia Covid-19. Secondo la narrativa proposta, i medici avrebbero deliberatamente ucciso i pazienti «sparando una bomba di ossigeno» nei polmoni facendoli “scoppiare”. Ad oggi, mercoledì 6 ottobre 2021, non risultano atti pubblici del Tribunale di Bergamo che riportino le frasi citate nei post Facebook. Uno di questi, al contrario di altri, ha una fonte ed è una dichiarazione riportata su dei giornali nel corso della pandemia da parte di un personaggio noto seguito dai negazionisti della Covid: Pasquale Bacco.

Per chi ha fretta

  • Il primo testo diffuso online non utilizza termini medici e tecnici, risulta un testo colloquiale senza alcuna fonte certa.
  • Il primo testo «non ha alcun senso» secondo quanto dichiarato dal presidente della European Society of Intensive Care Medicine (ESICM) contattato da Open.
  • Il Tribunale di Bergamo smentisce che circoli un documento pubblico contenente tali affermazioni.
  • Il secondo testo, attribuito a presunti atti del Tribunale di Bergamo, è una citazione di Pasquale Bacco dell’associazione L’Eretico.

Analisi

Partiamo dal testo del primo post pubblicato il 3 ottobre 2021 alle ore 16:34 dall’utente Andrea:

LA MEDICINA E’ QUESTA: <<Li sedavano affinché potessero essere intubati. Poi sparavano una bomba di ossigeno ed i polmoni, intasati dai trombi, scoppiavano.>> Tribunale di Bergamo, estratto da relazione peritale. L’orrore NON HA LIMITI !!

In un secondo post del 6 ottobre 2021, pubblicato nel profilo dello stesso utente Andrea, vengono riportate altre presunte dichiarazioni di un atto del tribunale:

Dagli atti del tribunale << Il dolo sta nel fatto che il Governo non ha volontariamente ascoltato voci diverse dal protocollo, non ha ascoltato chi diceva di non sparare ad una certa pressione l’ossigeno puro nei polmoni. Io ho visto quei polmoni nelle autopsie, erano completamente ustionati alla base >>

La citazione di Pasquale Bacco

Il virgolettato presente nel primo post risulta lontano da un testo di una comune relazione peritale, dove vengono proposti dei termini non di carattere tecnico o medico quanto di tipo colloquiale. Anche il secondo presenta caratteristiche simili, ma ciò che risulta confermato coincide con una dichiarazione riportata il 29 luglio 2020 in un articolo de Il Giornale attribuita a Pasquale Bacco: «Il dolo eventuale sta nel fatto che il Governo non ha volontariamente ascoltato voci diverse dal protocollo, non ha ascoltato chi diceva di non sparare ad una certa pressione l’ossigeno puro nei polmoni. Io ho visto quei polmoni nelle autopsie, erano completamente ustionati alla base».

Le dichiarazioni di Pasquale Bacco riportate da Il Giornale. Risultano le stesse citate nel post Facebook.

Anche il termine “sparare” è stato usato nel corso del 2020 da Pasquale Bacco durante una conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputati dalla parlamentare ex M5s Sara Cunial. Secondo Bacco i medici avrebbero, attraverso la ventilazione, «sparato» ossigeno puro «bruciando» e «ossidando» i polmoni dei pazienti.

Non risultano documenti pubblici

Del primo post Facebook se ne erano occupati i colleghi di Facta, ricordando che il testo diffuso sui social non è stato riportato da nessun mezzo d’informazione. Aggiungiamo che tale narrativa non è stata riportata da nessun sito di disinformazione sulla Covid19.

La cancelleria del Tribunale di Bergamo, contattata dalla redazione di Facta, ha smentito l’esistenza di un documento pubblico riportante il testo diffuso sui social. Nel caso si trattasse di un documento relativo a un’inchiesta in corso, colui che ha diffuso il testo potrebbe essere accusato di reato (art. 114 del codice penale) per aver diffuso informazioni coperte da segreto.

Un testo senza senso

Abbiamo chiesto un parere al Prof. Maurizio Cecconi, presidente della European Society of Intensive Care Medicine (ESICM), durante il congresso annuale della terapia intensiva dove 6 mila intensivisti di tutto il mondo si sono incontrati anche per discutere su come combattere la disinformazione.

«Il testo che ho letto non ha alcun senso per noi intensivisti – afferma il Prof. Cecconi – In terapia intensiva ci prendiamo cura dei malati più critici. La sedazione viene utilizzata in maniera mirata per garantire comfort al paziente durante le procedure salvavita che garantiamo. A nome di ESICM Invito tutti a a combattere la disinformazione e soprattutto a vaccinarsi».

Il Prof. Cecconi ha lanciato un’area dedicata nel sito della ESICM rivolta ai pazienti e alle famiglie per spiegare loro che cosa avviene in terapia intensiva.

La trombosi nei pazienti Covid

La problematica legata alla trombosi era nota fin dall’inizio. Riproponiamo, dopo un articolo del 29 aprile 2020, le dichiarazioni del Dott. Corrado Lodigiani, Responsabile del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche del Gruppo Humanitas:

La correlazione tra malattie di tipo infiammatorie, come per esempio le polmoniti e la trombosi in generale (soprattutto venosa), è nota da decenni; si pensi che un paziente con una qualunque polmonite batterica o virale, quindi non necessariamente da SARS-CoV-2, viene abitualmente sottoposto a profilassi tromboembolica con eparina a basso peso molecolare, in quanto esiste una forte raccomandazione in tutte le linee guida internazionali, allo scopo di ridurre o eliminare il rischio di insorgenza di tromboembolismo venoso, ovvero trombosi venosa profonda. Si tratta della formazione di trombi nel sangue delle nostre vene che in alcuni casi possono provocare l’embolia polmonare, un evento potenzialmente fatale. La profilassi tromboembolica si effettua in genere mediante l’utilizzo di eparina a basso peso molecolare e tale raccomandazione è il frutto di uno studio scientifico pubblicato nel lontano 1999.

Nello stesso comunicato del Gruppo Humanitas troviamo alcune dichiarazioni del Prof. Maurizio Cecconi in merito alle terapie intensive e la trombosi:

Nel nostro Ospedale oltre il 75% dei pazienti ricoverati con COVID-19 nei reparti dedicati e il 100% di coloro che sono ricoverati in Terapia Intensiva viene sottoposto a tromboprofilassi, come risulta da uno studio da noi pubblicato proprio oggi. I pazienti con malattie infettive o settiche gravi presentano uno stato di potente infiammazione che attivando il sistema della coagulazione induce uno stato di ipercoagulabilità e li espone quindi a un alto rischio di trombosi. Ciononostante non ci sono evidenze scientifiche che indichino la trombosi come causa unica di accesso in Terapia intensiva.

In passato era circolata un’altra falsa teoria, quella della sedazione dei pazienti «uccisi a pancia in giù». Ne avevamo parlato qui.

Conclusioni

Il testo diffuso non utilizza un linguaggio medico o tecnico, quanto piuttosto colloquiale e probabilmente estratto da un contesto del genere.

Al momento, in data 7 ottobre 2021, non risultano documenti pubblici con tali affermazioni relativi a un’indagine sulla gestione ospedaliera dei pazienti Covid deceduti a Bergamo durante la prima ondata della pandemia.

Uno dei due testi dei presunti atti è riconducibile a una dichiarazione pubblica di Pasquale Bacco. Ad oggi, le teorie presenti in tale affermazione non trovano riscontri.

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