Chiuso nella palestra della scuola senza vestiti e sporco di escrementi: il caso di un ragazzo autistico nel napoletano
A Castellamare di Stabia un ragazzino di 14 anni, affetto dallo spettro autistico e da disabilità intellettiva, è stato ritrovato solo nella palestra senza vestiti né scarpe e sporco dei suoi escrementi. Francesco, questo il nome del ragazzo, frequenta il primo anno di scuola all’Istituto comprensivo “Karol Wojtyla”. La vicenda ha spinto la procura di Torre Annunziata ad aprire un’inchiesta dopo che i genitori hanno presentato una denuncia: Un trattamento così non dovrebbe essere riservato a nessun essere vivente, ha detto a Il Mattino Linda, la madre. «Il disturbo di Francesco non incide sul suo senso di pulizia: lui sa come farsi capire quando deve andare in bagno. Questo significa che nostro figlio è stato lasciato solo, anche per molto tempo, come un cavallo in una stalla», ha aggiunto la famiglia. La scuola, secondo il parere dei genitori, non è attrezzata per andare incontro alle esigenze del ragazzo. La madre ha capito sin da subito che nell’istituto «non c’è personale qualificato e per questo sono andata a protestare in Comune».
L’allarme e il ritrovamento
Il 30 settembre verso le 11.30 la madre di Francesco riceve una telefonata dalla cooperativa che si occupa di portare il ragazzo da casa a scuola: «Correte a scuola. Francesco è tutto sporco». Poco dopo un’altra chiamata con lo stesso messaggio, infine la telefonata della scuola: «E successa una cosa al bambino». Quando i due entrano trovano i vestiti su una panchina, le scarpe anche. I bisogni sono sparsi per tutta la palestra. Dopo l’iniziale sgomento, le versioni su come siano andate le cose diventano discordanti. I genitori sostengono che il figlio sia stato lasciato solo troppo a lungo. Invece il preside della scuola, Gaetano Gallinari, oltre a spiegare ai carabinieri che il ragazzo è fornito di tutta l’assistenza possibile, ha precisato che quel giorno Francesco si svestiva tante volte quante gli veniva chiesto di rivestirsi. «Ha avuto una crisi ed era difficile calmarlo. Ha poi provato a lanciare i propri bisogni verso i compagni. La palestra viene usata perché lui ha bisogno di spazi ampi: più volte ha provato a sradicare oggetti dalle pareti delle aule», ha detto.
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