Omicidio Sacchi, il processo rischia di saltare. L’attacco degli avvocati difensori: «Così è tutto da rifare»
Un errore procedurale potrebbe mandare all’aria il processo che avrebbe dovuto fare luce sulla morte di Luca Sacchi. Dopo decine e decine di udienze – come scrive oggi Repubblica – il processo rischia di essere tutto da rifare per un errore commesso dalla Procura. Gli avvocati che difendono Valerio Del Grosso e Paolo Piraino, i due ragazzi che hanno organizzato la compravendita di droga degenerata nell’omicidio del 24enne, ha sollevato una questione che potrebbe rimettere tutto in discussione: esistevano delle intercettazioni, cruciali per il processo, che non sarebbero mai state messe a disposizioni delle difese. Gli avvocati, dunque, non le avrebbero mai potute ascoltare e, dunque, non avrebbero potuto predisporre una difesa adeguata. Le intercettazioni infatti sono state depositate dalla procura solo da poco. Troppo tardi, secondo i difensori degli imputati. Sarebbe stato leso il diritto dei loro assistiti a difendersi.
I due processi
Per il caso Luca Sacchi esistono due procedimenti diversi. Il primo riguarda l’omicidio del personal trainer, accaduta il 23 ottobre 2019, il secondo è sulla presunta associazione a delinquere dedita allo spaccio di hashish e marijuana. Circostanza non di poco conto è che alcuni imputati del processo Sacchi fossero coinvolti anche nell’altro procedimento, quello per droga. Quest’ultima vicenda è stata archiviata. Un esito che fa crescere il sospetto degli avvocati difensori che la Procura fosse già a conoscenza dell’esistenza degli atti con le intercettazioni. Perché li deposita solo ora? Le intercettazioni relative al processo di droga, infatti, sono confluite in quelle sul delitto di Luca Sacchi. Intercettazioni fondamentali per far luce sull’omicidio di Sacchi. Alcune di queste smentirebbero le testimonianze rese a processo dagli imputati del processo. Inammissibile secondo alcuni difensori. La Corte deciderà nei prossimi giorni.
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