Confindustria: «Il Green pass obbligatorio è giusto. Chi non lo ha paghi i danni»
Maurizio Stirpe è vicepresidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni industriali. È a capo del gruppo dell’automotive Psc e in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera si schiera a favore del Green pass obbligatorio dal 15 ottobre sul posto di lavoro e dice no ai rinvii: ««In questo Paese ogni volta che un provvedimento sta per entrate in vigore si cerca di rimandare. Il decreto è del 21 settembre, quindi da tempo tutti ne conoscono i contenuti, Regioni comprese. I dubbi semmai andavano sollevati prima. Ora si tratta di non fermarsi al dito ma di guardare la luna. E la luna per le nostre imprese è la creazione di ambienti di lavoro il più possibile sicuri, come hanno fatto finora, del resto. Perché è l’unica via per garantire salute e ripresa dell’economia».
Per Confindustria «pagare i tamponi a chi non si vaccina va contro il fine con cui il governo ha varato questo provvedimento, cioè incentivare le vaccinazioni. Una ratio che noi condividiamo». E riguardo i lavoratori che non vogliono vaccinarsi: «La competenza delle persone non può essere usata come strumento di ricatto per le imprese. Un imprenditore deve talvolta prendersi la responsabilità di scelte svantaggiose nel breve periodo ma che rafforzano l’azienda nel lungo: in questo frangente nessun cedimento a ricatti, no al pagamento dei tamponi a chi non si vaccina, le persone vanno messe davanti alle loro responsabilità».
Anzi, una circolare interna dell’associazione delle imprese non esclude la possibilità di chiedere i danni al dipendenti: «È così. Credo anche che in alcuni casi possano esserci gli estremi per provvedimenti disciplinari importanti. Penso per esempio al caso di un dipendente che entri in azienda con un green pass falso, generando poi un contagio tra i lavoratori».
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