Quando Forza Nuova era alleata con il centrodestra (e i suoi voti non “puzzavano”)
Ora tutti prendono le distanze. Tutti contro i neofascisti, tutti contro le violenze. Da Forza Italia alla Lega la condanna è unanime. Quello che è accaduto sabato a Roma (l’assedio alla sede della Cgil della Capitale) è da stigmatizzare senza se e ma. Peccato che – come ricostruisce Il Fatto Quotidiano – i voti dei neofascisti nel 2006 non “puzzavano” affatto alla Casa delle Libertà di Fini, Casini e Berlusconi. Nell’inverno del 2006, infatti, Alternativa sociale di Alessandra Mussolini (che era appena uscita da Alleanza nazionale) si era alleata con il centrodestra. Della formazione del nipote del Duce facevano parte anche Forza Nuova di Roberto Fiore (arrestato per le violenze di Roma) e il Fronte Sociale nazionale di Adriano Tilgher.
L’estrema destra nel 2006
L’accordo, all’epoca dei fatti, era stato stipulato direttamente con Berlusconi. Ma a non gradire del tutto, insomma a mettersi di traverso, erano stati Casini, Follini e lo stesso Fini. Impossibile non sapere, già a quel tempo, che Fiore e Tilgher non fossero di certo dei moderati. Roberto Fiore (Forza Nuova) era stato condannato per associazione sovversiva e banda armata ed era stato latitante a Londra. Tilgher, ex Avanguardia nazionale, invece, aveva collezionato un arresto e una condanna per ricostituzione del partito fascista. Un’alleanza che suscitò diversi malumori e che spinse Fiore, Tilgher e Mussolini a rinunciare alla candidatura personale, restando però alleati, coi loro simboli in lista sotto quello di Alessandra Mussolini. Il risultato? Alternativa sociale ottenne lo 0,7 per cento alla Camera e lo 0,6 al Senato.
Il fronte che “scotta” in Forza Nuova
Intanto dalle parti di Forza Nuova le cose, già da un po’ di tempo, non andavano a gonfie vele. Come racconta oggi Il Mattino, citando intercettazioni dei carabinieri del Ros inserite all’interno di un’inchiesta della procura di Roma, e che si riferiscono a fatti del 2014, fanno emergere un quadro inedito. Fiore (Forza Nuova), intercettato, temeva per il successo dei movimenti neofascisti CasaPound e Militia ma sapeva bene di non avere alcuna forza per competere soprattutto con CasaPound. Così si innescava – sempre secondo gli inquirenti – un meccanismo di gelosie, ricerche di appoggi all’estero e persino sospetti verso camerati rivali sospettati di lavorare per i servizi.
In quegli anni Fiore avrebbe disposto dei militanti del suo partito come voleva. Avrebbe intestato loro società e conti correnti, come ha ammesso uno dei militanti, un 28enne, sempre nel 2014. «Vuole aprire un conto a nome mio in Inghilterra, non so che fare», diceva al telefono. E, in effetti, guarda caso, dal 2 marzo 2014 questo giovane militante rivestiva cariche nella UK Privilege Ltd. Stesso discorso per l’amministratore unico della Act Communication srl che si sarebbe trovato a gestire milioni di euro in entrata e in uscita pur non avendo, forse, delle adeguate competenze per farlo. Come mai? Il Mattino, che cita sempre l’inchiesta della procura di Roma, sottolinea come Fiore abbia viaggiato per l’Europa dal 2014 arrivando fino in Siria e poi in Grecia da Alba Dorata. Senza contare, poi, i viaggi in Russia per la ricerca, sempre secondo il Ros, di sostegno politico.
Foto in copertina di repertorio: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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