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Le emissioni di carbonio «diminuiranno solo del 40% entro il 2050»: l’allarme dell’Agenzia internazionale dell’energia

13 Ottobre 2021 - 20:02 Redazione
Secondo l'Aie, se gli Stati si impegnassero per recuperare il gap e raggiungere la soglia delle zero emissioni, il mercato occupazionale gioverebbe della creazione di 26 milioni di nuovi posti di lavoro per la transizione energetica

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L’Agenzia internazionale dell’energia ha rivisto al ribasso le stime sui tagli dell’emissioni di carbonio. Se i Paesi continueranno con gli attuali sforzi per invertire la rotta del cambiamento climatico, la quantità di carbonio emessa nell’atmosfera, entro il 2050, si abbasserà soltanto del 40%. Resta lontano, dunque, il traguardo delle zero emissioni. Consegnando il suo World Energy Outlook annuale ai partecipanti alla prossima conferenza sul clima Cop26, l’Aie ha sottolineato la necessità di investire 4mila miliardi per cercare di recuperare il tempo perso e provare a raggiungere l’obiettivo dello zero netto. Al Guardian, Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie, ha dichiarato: «Mi piacerebbe vedere i leader mondiali riunirsi e dare un messaggio politico al mondo, ovvero che siamo determinati ad avere un futuro di energia pulita. Dovrebbero capire che se si investe in vecchie fonti di energia, fonti di energia sporche, si rischia di perdere i propri soldi».

Relativamente alle recenti scosse economiche sul mercato energetico, dovute ai rialzi del costo delle materie prime, Birol ha aggiunto: «Vedremo che in un mondo di energia pulita, gli shock derivanti dal raddoppio dei prezzi del petrolio e del gas saranno molto meno avvertiti dai consumatori». Nonostante il «rilassamento» degli sforzi denunciato dall’Aie, l’agenzia stima che se gli Stati si impegnassero per recuperare il gap e raggiungere, a metà del secolo, la soglia delle zero emissioni, il mercato occupazionale globale gioverebbe della creazione di 26 milioni di nuovi posti di lavoro per la transizione energetica. Birol, nello specifico, ha spiegato che gli investimenti richiesti in questa fase genererebbero un volume di mille miliardi di dollari l’anno – in riferimento al mercato di turbine eoliche, pannelli solari, batterie agli ioni di litio, elettrolizzatori -, volume paragonabile all’attuale mercato petrolifero.

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