Napoli, il docente agli studenti No Green pass: «L’obbligo ricorda i tempi dei gerarchi nazisti»
«Come faccio a non menzionare i gerarchi nazisti?». La domanda viene dal professore di Letteratura italiana all’università l’Orientale di Napoli Guido Maria Cappelli, ed è stata raccolta nel corso di una delle sue lezioni all’aperto, in Galleria Principe, destinata agli studenti No Green pass, ovvero a tutti gli iscritti all’ateneo che per scelta non intendono sottoporsi al vaccino contro il Coronavirus né a effettuare tamponi per poter frequentare i corsi, e che dunque non possono accedere alle aule poiché sprovvisti di certificato verde. «Si parla di obbligatorietà – è una parte del contenuto della lezione del prof Cappelli -. Per fame si può cedere all’obbligatorietà. Ma quando ti senti minacciato dai figli, quando c’è un potere che sta dicendo che un figlio minorenne può andare a vaccinarsi, cioè a sottoporsi a un trattamento sanitario obbligatorio, da solo contro la volontà dei genitori, come faccio a non ricordare che i gerarchi nazisti chiedevano la delazione ai figli dei padri?».
Non è la prima volta che il prof Cappelli fa una lezione all’aperto. Il docente ha organizzato tutto un pacchetto di lezioni della sua cattedra in Galleria Principe a Napoli. Da una rapida occhiata sui motori di ricerca si apprende che già tre giorni fa il docente de L’Orientale stava in piedi davanti a un gruppetto di studenti, microfono alla mano, a tenere la sua lezione sulle origini della letteratura italiana. Dietro di lui un grande cartello affisso a una vetrata: «Lezione libera e aperta a tutti. Università contro il Green pass». Quella andata in scena oggi è la seconda lezione, come è possibile verificare dal post di invito a partecipare all’evento pubblicato sul profilo Facebook “Universitari campani contro il Green pass“.
«Questa è la prima di una serie di lezioni universitarie. Non venite qua se volete solo intrattenervi, questo non è intrattenimento. Questa è una lezione universitaria vera e propria», ha detto il prof Cappelli aprendo la sua lezione, e facendo presente che del suo corso una studentessa soltanto ha deciso di partecipare. «Ma noi confidiamo – prosegue il docente – che con la pratica i miei alunni verranno. Siamo qui per divertimento? Purtroppo no – continua Cappelli -. Siamo qui a fare lezione perché l’università purtroppo, su ordine governativo, esclude alcune categorie di persone. Per ragioni che tutti voi conoscete, perché siete coinvolti». E così ha concluso la presentazione del corso in Galleria Principe: «Noi qua stiamo facendo resistenza, denuncia, opposizione e gioia. Cioè: allegria. Perché la letteratura è una cosa bella».
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