Assalto alla Cgil, restano in carcere i leader di Forza Nuova Fiore e Castellino e gli altri 4 arrestati
I sei arrestati per gli scontri di sabato scorso, 9 ottobre, in piazza del Popolo a Roma restano in carcere. Si tratta dei due vertici di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore. Nell’elenco anche l’ex Nar, Luigi Aronica; poi Pamela Tesa, Salvatore Lubrano e il leader del gruppo Io Apro Biagio Passaro. Tutti e sei sono ritenuti anche gli autori del blitz nella sede della Cgil. La decisione è stata presa dal gip della Capitale che, dopo l’udienza di convalida, ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare. Castellino e gli altri sono finiti in una delle due inchieste aperte tre giorni fa dalla Procura di Roma. I magistrati contestano i reati di istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio. Il gip ha motivato la decisione di tenere in carcere Castellino, spiegando che «La persistenza nel proposito criminoso, l’uso della violenza e il grave pericolo all’ordine pubblico appaiono sintomatici di una personalità prepotente, aggressiva, incapace di controllare gli impulsi violenti e soprattutto priva di qualsivoglia remora».
Il leader di FN oggi si è difeso in Procura dalle accuse di devastazione e saccheggio della sede nazionale della Cgil, spiegando che l’assalto sarebbe stato anticipato da una trattativa con il funzionario di pubblica sicurezza presente a piazza del Popolo. La polizia avrebbe addirittura accettato, almeno in un primo momento, di lasciar muovere il corteo verso corso Italia. «La polizia era in testa alla manifestazione, abbiamo parlato più volte con i funzionari» ha detto il militante dell’estrema destra. Il passato di Castellino in questi giorni ha fatto molto discutere: nell’ultimo anno è stato denunciato almeno tre volte, ma a quelle denunce non ha mai seguito un provvedimento restrittivo, nonostante fino alla scorsa settimana fosse sottoposto a sorveglianza speciale. E sebbene alle manifestazioni a cui ha partecipato fossero presenti pregiudicati (che un sorvegliato speciale non può frequentare in nessun caso, dice la legge).
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