Controlli, rischi penali, casi di esenzione: ecco le regole sul Green pass per i dipendenti pubblici – La circolare
Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha emanato ieri una circolare per regolamentare i controlli del Green Pass obbligatorio dal 15 ottobre per i dipendenti pubblici. E non solo, visto che la circolare avverte che le disposizioni si applicano anche al personale esterno, ovvero alle ditte di pulizie e alle mense. L’obbligo non si applica, tra gli altri, a chi deposita denunce, vittime e testimoni di reati o soggetti fermati per controlli o sottoposti a misure restrittive. Mentre il capo della polizia Lamberto Giannini spiega che ai fini di agevolare l’organizzazione del lavoro potrà essere richiesto ai dipendenti di comunicare se hanno o no il Green pass in anticipo sul turno di servizio.
Controlli a tappeto o a campione
La circolare fa sapere che i controlli vanno effettuati a tappeto o a campione, secondo due modalità: giornalmente e in occasione dell’accesso alla struttura, oppure nelle prime ore del turno dopo l’accesso nell’ufficio. Se i controlli vengono fatti a campione bisognerà interessare almeno il 20% del corpo degli impiegati. In entrambi i casi:
- per i soggetti esenti dalla campagna vaccinale il controllo deve effettuarsi mediante lettura del Qr Code;
- non sarà possibile individuare i dipendenti da mettere in smart working tra chi non è in possesso del certificato;
- tutto il personale delle ditte esterne deve essere controllato anche dalla polizia;
- tutti i controlli si dovranno effettuare tramite l’app Verifica C19
Se il dipendente non ha il Green pass, spiega ancora la circolare, il personale dovrà impedirgli l’accesso alla struttura e contestargli l’assenza ingiustificata. Che cessa quando il controllato sarà in grado di esibire il certificato. Fino a quel momento non avrà lo stipendio e le giornate di assenza saranno considerate non utili ai fini previdenziali. Se il dipendente viene “beccato” senza Green pass dopo aver iniziato il lavoro rischia la famosa multa da 600 a 1.500 euro. E nei suoi confronti sarà aperto anche un procedimento disciplinare.
Il Green pass e la polizia
La circolare avverte che il quadro sanzionatorio della Pubblica Amministrazione non esclude in alcun modo le responsabilità penali per i casi di falsificazione o alterazione della certificazione verde. E la mancanza del Green pass non è considerato un motivo valido per destinare ad altro incarico il dipendente sprovvisto. Infine, la circolare prevede che un poliziotto possa continuare a lavorare anche se nel corso del servizio dovesse scadergli il certificato. «Il possesso del Green pass, valido al momento del controllo, consentirà al titolare la prosecuzione del servizio sino alla sua conclusione presso le strutture dell’Amministrazione». Mentre la circolare emanata dal capo del Dap Bernardo Petralia, in attuazione delle norme previste nel decreto-legge approvato dal governo, inviata ai provveditori regionali e ai direttori degli istituti penitenziari, spiega che il possesso del Green pass non sarà richiesto soltanto agli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria o al personale dirigenziale o amministrativo delle Funzioni centrali. Ma riguarderà anche tutti coloro che svolgono attività lavorativa o formativa o di volontariato nelle strutture penitenziarie: ad esempio, le autorità politiche o religiose, i fornitori, le ditte di pulizia, i volontari.
Leggi anche:
- Green pass al lavoro, la circolare della polizia: ogni giorno controlli su almeno il 20% dei dipendenti
- Cosa succede con il Green pass per barbieri, parrucchieri, estetisti, dentisti, commercialisti? E in chiesa?
- Controlli, sanzioni e linee guida: tutte le risposte del governo ai dubbi sul Green pass al lavoro
- Green pass sul lavoro, Draghi firma il Dpcm: per gli statali orari flessibili, controlli su almeno il 20% dei dipendenti – Il testo
- Verso un nuovo Dpcm per il Green pass obbligatorio sul lavoro dal 15 ottobre