«Qualcosa non quadra nell’inchiesta di Fanpage», dice Quarta Repubblica. Abbiamo verificato, non è così
Il 12 ottobre 2021 un articolo pubblicato nel blog di Nicola Porro, dal titolo «Immagini tagliate, frasi decontestualizzate. È credibile l’inchiesta di Fanpage?», riporta un servizio del programma televisivo Quarta Repubblica che metterebbe in dubbio l’operato della testata del direttore Francesco Cancellato. Le contestazioni riguardano principalmente i legami tra Roberto Jonghi Lavarini e il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, sostenendo inizialmente che il “Barone nero” sarebbe stato espulso dal partito nel 2018 e che una scena che lo vede protagonista sarebbe stata utilizzata in maniera scorretta nella prima puntata di Fanpage dedicata al partito Fratelli d’Italia.
Espulso nel 2018 da Fratelli d’Italia?
Ecco la trascrizione della voce narrante del servizio di Quarta Repubblica:
Tre anni, un’inchiesta e 100 ore di girato che hanno prodotto due puntate, una su Fratelli d’Italia e una sulla Lega. Un giornalista di Fanpage si è infiltrato con una telecamera nascosta in un gruppo dei nostalgici del fascismo con l’obiettivo di dimostrare come da anni questi estremisti condizionino di fatto la politica dei partiti di destra. Una tesi che non sembra però essere così solida.
Secondo l’autore del servizio la tesi di Fanpage «non sarebbe così solida», ma di questo parleremo nel prossimo capitolo di questo articolo. Proseguiamo con la trascrizione:
Tutto gira attorno a Roberto Jonghi Lavarini, detto “Il Barone nero”, che nell’inchiesta viene presentato come uno degli organizzatori della campagna elettorale in città. È lui il passepartout utilizzato dal giornalista infiltrato per entrare in certi ambienti. Ma il “Barone nero” è davvero così vicino al partito della Meloni o al partito di Salvini? Sembrerebbe di no: nel 2018 Jonghi Lavarini, infatti, è stato espulso da Fratelli d’Italia e oggi è lui stesso a definirsi sul suo profilo Instagram come «assolutamente indipendente e apartitico».
A quanto si apprende, l’unica espulsione citata in merito a Roberto Jonghi Lavarini è quella che arriva da parte di Ignazio La Russa. Ecco il virgolettato dell’esponente di Fratelli d’Italia riportato in un articolo del Corriere della Sera del 2 ottobre 2021: «un personaggio che a Milano tutti considerano una macchietta, un nostalgico vetero monarchico, uno che ti fa pure ridere ma che non può essere un interlocutore di un partito, non a caso lo abbiamo espulso da An».
A detta di Ignazio La Russa, l’espulsione riguarderebbe il partito Alleanza Nazionale che non risulta più attivo dal 2009, salvo poi ritrovare il simbolo all’interno di quello di Fratelli d’Italia durante le elezioni europee del 2013 con le contestazioni dell’ex AN Francesco Storace.
L’espulsione da Alleanza Nazionale viene riportata anche in un articolo del 5 ottobre de Il Giorno dove viene spiegato la motivazione: un matrimonio civile celebrato dal “Barone nero” dove aveva pronunciato le frasi di Mussolini e dove sarebbero stati «sfoderati saluti romani». Troviamo riscontro delle cosiddette “Nozze fasciste” in un articolo del 1998 di Adnkronos che riportava le dichiarazioni dell’allora consigliere comunale milanese di AN: «Non credo di poter venire sospeso -commenta- solamente per aver letto, nel pieno rispetto della legge, due frasi di colui che nel ’92 e’ stato giustamente definito da Fini come il piu’ grande statista del nostro secolo».
Il post AN, l’alleanza e la prima rottura con FdI nel 2018
Dopo l’uscita da Alleanza Nazionale, Lavarini passerà a Fiamma Tricolore di Pino Rauti, mentre nel 2000 fonda il Movimento Sociale Europeo (MSE) tutt’oggi attivo. Nel 2018 risulta, inoltre, presidente del movimento Fare Fronte e dirigente nazionale della Destra Sociale. Nello stesso anno, il “Barone nero” venne candidato alla Camera dei Deputati con il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, nel collegio proporzionale di Milano Provincia Nord Est.
Il risultato milanese venne definito «disastroso» dallo stesso Lavarini, come riportato in un articolo di Milano Post del 14 giugno. Lavarini non risultava iscritto al partito, ma venne candidato come esterno e come rappresentante del circolo Fare Fronte. Un’alleanza con Giorgia Meloni che venne conclusa il 28 settembre 2018, come leggiamo in un post Facebook della pagina del Movimento Sociale Europeo dal titolo «Fratelli d’Italia progetto fallito»:
A seguito del piccolo ma significativo sondaggio elettorale, e di una ventina di incontri con storici esponenti e militanti della destra sociale milanese e lombarda, il direttivo di Fare Fronte, presieduto dal presidente onorario Alessandro Romei Longhena (conte, ardito paracadutista, imprenditore edile, già sindaco di Noviglio), questa sera, dopo un libero, partecipato e acceso dibattito di tre ore e mezza, ha deciso ufficialmente di:
1) Considerare disattesa, quindi annullata, l’alleanza con Fratelli d’Italia, i cui vertici non hanno dato alcuna risposta alle legittime domande, proposte e richieste politiche del circolo; dando invece spazio solo ad ex dirigenti locali di Forza Italia che hanno inevitabilmente spostato il partito al centro, rendendolo liberal conservatore, moderato, atlantista e sionista.
L’operazione “Ritorno di Fiamma”
Torniamo all’introduzione del servizio di Quarta Repubblica:
Ma il “Barone nero” è davvero così vicino al partito della Meloni o al partito di Salvini? Sembrerebbe di no: nel 2018 Jonghi Lavarini, infatti, è stato espulso da Fratelli d’Italia e oggi è lui stesso a definirsi sul suo profilo Instagram come «assolutamente indipendente e apartitico»
In un post Facebook del Movimento Sociale Europeo, pubblicato il primo agosto 2020, troviamo un altro comunicato firmato da Roberto Jonghi Lavarini dove si parla di un’operazione politica legata al partito di Giorgia Meloni con una presa di posizione personale in merito alle elezioni comunali milanesi del 2021:
Nordestra ha una vice presidente: l’ing. Giada Arioli, consulente aziendale, artista pittrice, volontaria dell’Ordine di Malta, membro della Consulta dei Senatori del Regno, da sempre schierata politicamente a destra, donna elegante e gentile quanto assolutamente tosta e determinata. Affiancherà il nostro presidente, Matteo Priori di Letino (sindaco di Piadena Drizzona) in questa importante fase di riorganizzazione del movimento, operazione denominata “Ritorno di Fiamma”, dove Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, torna ad essere nostro partito di riferimento elettorale e istituzionale. In tal senso saranno ripresi e rafforzati i rapporti di collaborazione con tutti i movimenti d’area che condividono questa scelta politica, a partire dal Movimento Sociale Europeo di Gerardo Bigliardo, dalla Destra Sociale di Luca Romagnoli e da Progetto Nazionale di Piero Puschiavo. In questa riorganizzazione nazionale della nostra presenza politica saranno coinvolti diversi autorevoli amici, fra questi lo storico Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, l’avvocato Cesare Vernarecci di Fossombrone, Mario Mazzocchi Palmieri, Costantino Lebano di Lustra e tanti altri patrioti. Godremo anche dei preziosi consigli del professor Gianfranco Benedetto e del generale Francesco Cosimato. Per quanto mi riguarda, per ora, non ricoprirò alcuna carica politica, rimanendo a disposizione del movimento e del progetto, e, sicuramente, non sarò candidato alle prossime elezioni comunali di Milano.
La stessa operazione “Ritorno di Fiamma” viene riportata in un articolo di Affaritaliani del 10 agosto 2020: «si intravede chiaramente il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini, storico esponente della destra sociale, volto noto delle cronache milanesi, spesso invitato come opinionista a trasmissioni radio televisive, che negli ultimi anni ha sostenuto la impossibile fusione di Lega, ex AN e destre radicali in un unico Fronte Nazionale alla Marine Le Pen».
Il tesseramento a FdI e il promotore dell’operazione “Ritorno di Fiamma”
La pagina Facebook di Movimento Sociale Europeo di Lavarini riporta numerosi riferimenti al partito di Giorgia Meloni a seguito dell’operazione “Ritorno di Fiamma”. In un post dell’8 dicembre 2020 viene condiviso un altro della pagina Ritorno di Fiamma – Patria e Tradizione che invita gli utenti al tesseramento per il partito Fratelli d’Italia:
TESSERAMENTO valido per partecipare al prossimo congresso, a soli 10,00€, entro il 10 dicembre, anche online. Poi inviate vostra adesione: patriaetradizione@gmail.com
Un invito al tesseramento rivolto dal comitato nazionale di Patria e Tradizione a tutti i loro sostenitori, come riportato in un comunicato del 5 dicembre 2020: «Il comitato nazionale PATRIA e TRADIZIONE (cultura, economia, geopolitica, informazione e formazione), invita i propri sostenitori ad aderire ufficialmente a FRATELLI d’ITALIA, partecipando alla speciale campagna di tesseramento, valida per il congresso». Nel comunicato è presente l’elenco del Coordinamento nazionale dove compare anche Roberto Jonghi Lavarini.
Che cos’è il comitato nazionale Patria e Tradizione? Lo leggiamo in un post del 6 settembre 2020 della pagina Ritorno di Fiamma – Patria e Tradizione condiviso anche da Movimento Sociale Europeo: «Il movimento Nordestra (presente in Lombardia, Piemonte e Liguria) cresce e si evolve in tutta Italia, diventando: “PATRIA e TRADIZIONE” Comitato nazionale pro FDI (cultura, economia, geopolitica, informazione e formazione)».
Come spiegato anche in un articolo del 14 agosto 2020 di Oglioponews, NordDestra viene descritto come un «movimento politico democratico locale, apartitico e trasversale, presidenzialista e federalista, per questi motivi è naturalmente vicino sia alla Lega di Matteo Salvini che a Fratelli d’Italia». Le parole sono quelle del sindaco di Piadena Drizzona Matteo Priori, membro del Coordinamento nazionale di Patria e Tradizione.
Nell’articolo leggiamo anche il probabile promotore dell’operazione “Ritorno di Fiamma”: «Una replica che è un insieme di precisazioni da parte del sindaco di Piadena Drizzona Matteo Priori rispetto all’articolo pubblicato nei giorni scorsi e relativo al suo impegno nel progetto “Ritorno di fiamma” promosso da Ignazio La Russa per dare maggiore spazio a Fratelli d’Italia nella coalizione di centro-destra a livello nazionale».
L’appoggio a FdI alle elezioni milanesi
Roberto Jonghi Lavarini venne condannato a due anni per apologia al fascismo nel giugno del 2020, poco tempo prima dell’operazione “Ritorno di Fiamma” con il partito di Giorgia Meloni. Eppure, nonostante questo fatto ben noto a Milano, proseguono le collaborazioni in vista delle elezioni comunali.
Un sostegno a FdI che viene riportato in un’intervista al “Barone nero” del 27 dicembre 2020:
Tutte le forze patriottiche oggi devono convergere, fare fronte comune con Fratelli d’Italia ed il centrodestra, per cercare di tornare al governo di Milano. Ed in questa prospettiva si stanno muovendo tutti i principali gruppi della cosiddetta “destra radicale” che in città contano insieme un migliaio di militanti, tantissimi simpatizzanti ed un zoccolo duro di consenso elettorale del 3%. Alle prossime elezioni amministrative, io sicuramente non sarò candidato ma, insieme allo storico comitato Destra per Milano, darò il mio pieno e leale sostegno a Fratelli d’Italia, portando il nostro contributo: certamente elettorale ma, soprattutto, valoriale, culturale e progettuale.
In un post Facebook del 23 settembre 2021 della pagina Ritorno di Fiamma – Patria e Tradizione (costellata di inviti a votare i candidati di FdI) viene pubblicata una galleria di foto di una «serata patriotica nazional popolare».
Tra i presenti troviamo l’eurodeputato Fidanza e diversi candidati di FdI a Milano, che in alcune foto li troviamo insieme a Lavarini.
Video tagliato e fuori contesto?
Secondo quanto riportato nel sito di Nicola Porro, nel servizio di Quarta Repubblica si dimostrerebbe «in maniera inequivocabile come la stessa frase del “barone nero” Jonghi Lavarini sia stata inserita e montata due volte, vale a dire in entrambe le puntate della video-inchiesta e riferita dunque a due contesti differenti».
Che Lavarini puntasse alle elezioni comunali di Milano non è affatto una novità, così come non lo è nemmeno il collegamento e il suo impegno sia con la Lega che con Fratelli d’Italia nel corso degli ultimi 14-15 anni, come sostiene lui stesso in un post della pagina del Movimento Sociale Europeo del 16 aprile 2020:
A 14 anni mi sono iscritto al Fronte della Gioventù di Via Mancini a Milano, e, da allora, ho sempre militato nella destra sociale (FUAN, MSI, AN e Fiamma Tricolore). Negli ultimi anni ho sostenuto attivamente sia la nuova Lega che Fratelli d’Italia, nella speranza della nascita di un fronte nazionale unico, identitario e sovranista, sul modello di quello francese.
Quarta Repubblica trasmette i suoi sospetti citando la presenza del leghista Borghezio nell’inchiesta di Fanpage, ritenendolo troppo di vecchia data e lontano dall’attuale partito, ma di fatto viene citato un altro nome più attuale. Già nel 2019 l’allora candidato Angelo Ciocca della Lega veniva descritto da Lavarini come «il nostro candidato». Nel post Facebook del 27 maggio 2020 ci sono tre emoticon nel finale: l’omino con la mano destra alzata, una fiamma e il tricolore.
L’appoggio a Ciocca era noto, come possiamo vedere in un’intervista del febbraio 2019, e gli incontri non saranno certamente mancati.
L’inchiesta di Fanpage riguarda gli ultimi 3 anni e quell’intervento riportato in entrambi i servizi non basta per smentire l’intera vicenda, dove tutto è alla luce del sole e pubblico sui social.
Una curiosità
In un post del 26 settembre 2021, pubblicato alle 10:01 nella pagina Facebook Ritorno di Fiamma – Patria e Tradizione, troviamo il logo degli Operatori Sicurezza Associati (O.S.A). Il giorno dopo, a Roma, interverrà sul palco dei contestatori del Green Pass la vice questore della Polizia di Roma
Lo stesso giorno, come riportato in un nostro precedente articolo, la vice questore di Roma Nunzia Alessandra Schilirò pubblica sul proprio canale Telegram un post dove pubblicizza il manifesto dell’associazione O.S.A. Italia (Operatori Sicurezza Associati Italia).
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