I No vax in coda per il tampone: «Oggi questo, domani il microchip. Draghi? Si è iniettato acqua»
Il primo giorno del Green pass obbligatorio per lavorare vede scatenarsi le file davanti alle farmacie che offrono i test del tampone. E se da una parte i farmacisti lamentano le richieste di sconti per ottenere il Green pass, dall’altra ci sono i No vax in coda. Chissà se tra questi c’è anche chi ha partecipato agli scontri a piazza del Popolo sabato scorso, ovvero quando la folla anti-Pass si è riversata nel centro di Roma, assaltando la sede della Cgil, ma passando anche per quel gazebo nel cuore della “Dolce Vita”. «Mi hanno circondato — spiega un’infermiera a Repubblica Roma — volevano menarmi, uno mi ha detto ‘ti spacco il naso’, mi dicevano ‘sei una di loro’. Ma ci rendiamo conto? Mi sono dovuta rinchiudere all’interno della farmacia. Ormai vedo solo rabbia, rabbia e estremismo, tutto questo fa paura e temo sia destinato a peggiorare». Tra chi è in attesa del test c’è Marina, elegante commerciante 60enne, sul piede di guerra. «Ci prendono in giro, sono sicura che Draghi e Mattarella si sono fatti l’acqua fresca!». «Non me ne frega niente, il vaccino non lo faccio, a costo di perdere il lavoro — dice Constantin, 50 anni, impiegato nell’edilizia — . La prossima mossa sarà rendere il vaccino obbligatorio per i bambini, e poi ci microchippano a tutti. La prossima volta scendo in piazza anch’io». Attorno a lui ci sono una decina di persone, commercianti, cameriere, persino uno chef. E annuiscono tutti.
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