La fine ingloriosa della protesta di Barillari e Cunial: contro il Green pass vince la fame
Doveva essere un’occupazione a oltranza per protestare contro l’obbligo del Green pass per accedere al luogo di lavoro. Ma, per una serie di complicanze non meglio dichiarate, la protesta del consigliere Regionale Davide Barillari e della deputata Sara Cunial, si è interrotta nella serata di ieri 15 ottobre. Entrambi si erano barricati nell’ufficio di lui, in Regione Lazio, la sera del 14 ottobre, prima che entrasse in vigore l’obbligatorietà della certificazione verde. A mezzanotte e un quarto, hanno pubblicato il primo video della loro manifestazione di dissenso. Dodici ore dopo, un altro video. Barillari e Cunial sono ancora nell’ufficio del consigliere, ma lui, parlando ai suoi follower, fa intendere qual è una di quelle complicanze che rischia di sabotare la protesta:
Rimaniamo dentro. Lo facciamo per solidarietà con tutti quelli che non sono riusciti a entrare al lavoro. Rimaniamo a oltranza, finché la polizia non ci caccia. Anche se – tentenna Barillari -, anche se, a proposito di viveri, confesso che stamattina avevo messo in conto di andare al bar qua dentro a prendere un po’ di roba in più. Il fatto è che non mi hanno fatto entrare, perché non avevo il Green pass.
La deputata che ha accostato l’obbligo del Green pass all’olocausto e il consigliere che è entrato nella sede della Regione con una pistola, sostenendo che «il vaccino è una roulette russa», sono messi alle strette dai bisogni fisiologici. Sono quasi l’una, tredici ore dall’inizio dell’occupazione. A Tommaso Labate del Corriere cerca di sminuire:
Abbiamo ancora dei panini, qualche snack, dell’acqua, tutto quello che serve per sopravvivere qua dentro il più possibile. L’ho detto nei comunicati precedenti, mi raccomando lo scriva correttamente: usciremo da qui solo se ci tireranno fuori con la forza ma lo faremo senza opporre alcuna resistenza.
I viveri, però, iniziano a scarseggiare. Che sia questa o meno la ragione, la protesta dei due eletti nel Movimento – e poi espulsi dai 5 stelle stessi – si conclude. La spiegazione che loro danno, nell’ultimo comunicato della coppia, è la seguente:
Siamo obbligati a lasciare un edificio a causa di una sanificazione necessaria e urgente, a suo dire, a causa di un dipendente regionale positivo al Covid. Dipendente quasi certamente vaccinato e in possesso di regolare Green pass. Mentre i sani vengono isolati, screditati, allontanati, i diritti divengono privilegi solo per i vaccinati. Ma sono privilegi a tempo e anche chi oggi si sente al sicuro prima o poi pagherà il prezzo della propria viltà. Zingaretti compreso.
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