Addio Green pass col 90% di vaccinati? La Lega spinge, gli scienziati frenano: «Attenti all’inverno»
C’è luce in fondo al tunnel e i numeri, finalmente, sembrano essere confortanti. Walter Ricciardi, ordinario di Igiene alla Cattolica, direttore scientifico della Maugeri di Pavia e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza per la pandemia del Coronavirus, è ottimista. Da rigorista ad aperturista. Secondo Ricciardi, infatti, i tempi sono maturi per attenuare lo stato d’emergenza ma senza abbassare la guardia: «Arrivare al 90 per cento di copertura vaccinale ci porrà in una condizione di maggiore serenità ma non sarà sufficiente a eradicare il Covid perché i bambini non sono ancora coinvolti nella campagna», ha spiegato a Repubblica. Stando così le cose, dunque, il «nostro piano di emergenza pian piano si può attenuare». Lo scienziato, così come gli esperti del Cts, per il momento frenano le pressioni che arrivano soprattutto dalla politica e che sperano di poter dire addio al più presto al certificato verde. Lo sperano soprattuto nella Lega, da Matteo Salvini al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che in un’intervista al Corriere della Sera si sbilancia: «Se la campagna vaccinale raggiunge il 90 per cento penso che vi siano le possibilità di eliminarlo». A preoccupare gli esperti, però, è la situazione nel resto del mondo: «Siamo circondati da Paesi, sia europei, con dati all’Est drammatici, per non parlare del resto del mondo, Usa in primis, dove ci sono numeri raccapriccianti. E ne usciremo quando tutti nel mondo si vaccineranno».
L’arrivo dell’inverno e l’eliminazione del Green pass
I numeri parlano chiaro. La stragrande maggioranza degli italiani si è vaccinata e quota 90 per cento non sembra essere così lontana. Se si raggiungerà questa percentuale, allora le misure di prevenzione potranno essere allentate. Certo, serviranno altri 2,5 milioni di scettici disposti a vaccinarsi (per raggiungere quota 90 per cento) ma, visti i ritmi di questi giorni, non è poi così impossibile. Come scrive Il Messaggero, infatti, le somministrazioni di vaccino stanno aumentando di 350 mila a settimana: questo significa che in 7-8 settimane si potrebbe raggiungere il 90 per cento di vaccinati. Ma questo non significherà la fine della pandemia e delle restrizioni: «Potremo ragionare sull’eliminazione del Green pass quando l’epidemia sarà definitivamente controllata», dice Fabio Ciciliano, componente storico del Comitato tecnico scientifico al Messaggero. Poi arriverà l’inverno: «Per tirare le somme credo che serva attendere la fine dell’inverno». Andrà comunque meglio dello scorso anno quando l’Italia era colorata di rosso e arancione: «Quest’anno affronteremo le prossime festività in modo assai diverso. Tuttavia resterei prudente», aggiunge Ciciliano.
Il Green pass al lavoro
A rincarare la dose anche Ricciardi – prudente ma aperturista, appunto – secondo cui il Green pass «ha già rivelato la sua efficacia e la dimostrerà ulteriormente, come è successo in Danimarca. Ci permetterà di tornare alla normalità e svolgere in sicurezza le attività al chiuso, alle quali non parteciperanno soggetti infetti e contagiosi», ha detto a Repubblica. Sui lavoratori che scioperano (e che dal 15 ottobre devono mostrare la certificazione verde anti-Covid per andare a lavoro), invece, precisa: «A protestare sono una minoranza. Come si è visto, non riescono a comprendere quanto questa pandemia sia pericolosa. Se non tuteliamo la salute e l’economia, cioè il lavoro, ci troviamo nei guai. Invece noi siamo tra i migliori al mondo in questo senso». I lavoratori che hanno scelto di non vaccinarsi, tra l’altro, sono costretti, già da due giorni, a fare tamponi ogni 48 ore. «È logorante fare il test ogni due giorni. Andare avanti a lungo può diventare un problema sia dal punto di vista fisico che economico. La cosa migliore è sfruttare i vaccini», aggiunge. Peccato che in molti siano scettici: «I vaccini sono sperimentati e hanno dimostrato una sicurezza e un’efficacia incredibili. Magari tutti i vaccini fossero così».
L’obbligo vaccinale
Verrà introdotto l’obbligo vaccinale? La linea che prevale sembra essere quella del no. «Il gioco non vale la candela. Metterlo significherebbe evitare delle morti che ci saranno. Bisognerebbe imporre una cosa che certe persone non vogliono per salvare loro la vita. Ma, di fronte a polemiche e alle sensibilità nei confronti di questo tema, conviene continuare senza», dichiara Ricciardi. E le terze dosi? Non saranno per tutti, almeno per ora. Si scenderà sotto i 60 anni nel 2022 solo se la pandemia dovesse «continuare nel resto del mondo e se si osservasse una riduzione degli anticorpi nei vaccinati». Questo potrebbe comportare, infatti, una «risalita della curva».
Foto in copertina di repertorio: ANSA/CIRO FUSCO
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