No Green pass, la replica di Liliana Segre alla lettera di Gian Marco Capitani: «La risposta ora è il silenzio»
Aveva tentato di chiederle scusa con una lettera aperta il leader No Green pass Gian Marco Capitani, ma la risposta di Liliana Segre non è stata altro che un eloquente silenzio. Dal palco della manifestazione di Bologna contro l’obbligo di pass sanitario, Capitani aveva parlato della senatrice come una una donna «che ricopre un seggio che non dovrebbe avere», che porta «vergogna alla sua storia» e che «dovrebbe sparire da dove è». Le scuse sono arrivate tramite una lettera aperta in cui Capitani si è definito in preda all’impeto del momento per poi continuare nei suoi deliri paragonando la persecuzione antisemita a quella che ai giorni d’oggi sarebbe esercitata nei confronti dei No vax.
«Lei che sa bene cosa vuol dire essere targati come infami, perché non prende posizione in nostra difesa?», aveva chiesto Capitani alla senatrice. Ora le parole di risposta da parte di Segre arrivano dalle pagine del Corriere: «Da parte di una persona che come ultimo atto della sua vita ha promosso una Commissione contro l’istigazione all’odio, la risposta ora è il silenzio». E proprio riguardo alla Commissione, Capitani ha avuto poche ore fa ancora da dire. «Ce ne hanno dette di tutte, ma non abbiamo mai sentito questa commissione prendere posizione contro questa istigazione all’odio. Mi rivolgevo alla senatrice Segre in questa veste, in questo senso intendevo che non rende giustizia alla sua storia».
Lo scorso luglio la senatrice si era espressa sui paragoni fatti dai manifestanti No Green pass tra l’obbligo deciso dal governo e la Shoah. Le stelle di David con su scritto “non vaccinato” e le svastiche riferite all’esecutivo Draghi sono state definite dalla senatrice una «follia». «Gesti», aveva continuato Segre, «in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza».
Le reazioni della politica
Al momento degli insulti pronunciati sul palco di una piazza gremìta di manifestanti, la folla presente non ha battuto ciglio. Le dichiarazioni di Capitani hanno però sollevato una rivolta politica che nelle ultime ore ha definito inconsistenti le scuse fatte dal No Green pass alla senatrice. «La lettera non chiude la ferita aperta di insulti inaccettabili», ha commentato il deputato Pd e segretario di presidenza della Camera Andrea De Maria. L’ex ministra Lucia Azzolina ha invece parlato di «attacco vergognoso, un’offesa alla nostra storia repubblicana e ai nostri valori morali e democratici». Fino poi all’esponente di Forza Italia Roberto Bagnasco che descrive Capitani «come uno che cavalca la confusione e la frustrazione di donne e uomini che, tra le mille polemiche sorte in questi mesi, sono scettici nei confronti di vaccino e carta verde».
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