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Inchiesta Pio Albergo Trivulzio, i pm chiedono l’archiviazione sulle morti degli ospiti: «Nessuna prova di carenze di assistenza»

18 Ottobre 2021 - 14:30 Redazione
La richiesta dei pm milanesi arriva nell'ambito dell'inchiesta per la morte di alcuni anziani nella struttura durante la prima ondata di Covid-19 nel 2020. L'accusa era di omicidio colposo, epidemia colposa e violazione della sicurezza sul lavoro

«Non è stata acquisita nessuna evidenza di condotte colpose o comunque irregolari, rilevanti causalmente nei singoli decessi». Con queste motivazioni la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio per la morte di diversi anziani, ospiti durante la prima ondata di casi Covid, nei primi mesi del 2020. Nel testo scritto dai pm milanesi si legge inoltre che «riguardo ai singoli casi, non sono state accertate evidenze di carenze specifiche, diverse dalle criticità generali». E questo sia riguardo «alle misure protettive o di contenimento», sia che «possono avere inciso in qualche modo sul contagio». Per i pm quindi mancherebbe il nesso causale tra le due cose, elemento fondamentale per determinare in questo caso l’accusa.

Le famiglie: «Amareggiati e tristi»

I familiari e i parenti degli anziani deceduti però continuano a chiedere giustizia. «La decisione della Procura di Milano ci trova totalmente amareggiati ma non sorpresi», ha detto il presidente dell’associazione Felicita che riunisce i parenti dei deceduti, Alessandro Azzoni. «La domanda di verità e giustizia è stata elusa dalla procura e non solo». Da quanto si apprende la richiesta di archiviazione è arrivata anche per tutti gli altri procedimenti simili riguardanti decessi nelle Rsa milanesi. La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta in cui risulta tuttora indagato l’ex direttore generale Giuseppe Calicchio, oltre alla stessa struttura «in base alla legge sulla responsabilità amministrativa». L’accusa è di omicidio colposo, epidemia colposa e violazione delle regole di sicurezza nei luoghi di lavoro. «In questi 18 mesi di indagini che hanno visto impiegati guardia di finanza, periti e inquirenti non si è mai dato spazio ai 150 firmatari dell’esposto collettivo presentato dall’associazione Felicita», ha detto il presidente Alessandro Azzoni. «Abbiamo assistito alla diffusa rimozione della tragedia nel tentativo di cancellare il conflitto tra gli interessi dei cittadini colpiti e i diversi interessi delle parti economiche, politiche e istituzionali a vario titolo», ha continuato.

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