Meloni: «Per il centrodestra è una sconfitta, per il M5s una débâcle. Il Pd non ha niente da festeggiare» – Il video
«Credo che si debba riconoscere che il centrodestra esca sconfitto da queste amministrative». Senza mezzi termini, Giorgia Meloni – nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa -, ha commentato l’esito delle elezioni Comunali. «Tra le grandi città al voto, confermiamo solo Trieste e non ne strappiamo al centrosinistra», ha dichiarato, ma guai definire questi ballottaggi «una débâcle». Il ragionamento della leader della destra è che cinque capoluoghi di regione erano in mano al centrosinistra, prima di queste amministrative, e cinque città sono rimaste. «Il Partito democratico sta festeggiando sulle spoglie dei propri alleati grillini. Lentamente si sta tornando a un sistema bipolare, che abbiamo sempre sperato che tornasse», ha aggiunto. Detto ciò, per Meloni «c’è bisogno di una valutazione approfondita nel centrodestra», valutazione che Fratelli d’Italia affronta «da primo partito e ancora in crescita nei sondaggi».
«Nessuna forza politica può gioire quando il sindaco di una città come Roma viene eletto con il voto del 24% dei cittadini aventi diritto»
Tra le valutazioni a caldo, «la prima riguarda l’astensionismo. Penso sinceramente che nessuna forza politica possa veramente gioire quando il sindaco di una città come Roma viene eletto con il voto del 24% dei cittadini aventi diritto. L’astensionismo racconta una crisi della democrazia. Tutte le forze politiche dovrebbero rifletterci. Io – ha aggiunto Meloni – ho due spiegazioni: la prima è che la politica, con i giochi di palazzo, ha mortificato la volontà popolare. La seconda è questa campagna elettorale: la sinistra l’ha trasformato in una lotta nel fango. La tattica utilizzata è stata quella di demonizzare l’avversario, ritirare fuori slogan anni ’70, tentare di spaventare i cittadini. Questo ha allontanato tantissimi elettori normali, elettori che avrebbero voluto sentire parlare di problemi quotidiani». Per Meloni, durante la campagna elettorale, «non c’era spazio né per i temi amministrativi né per i temi politici. Questo ha comportato la mobilitazione di un elettorato ideologico della sinistra e a un disimpegno di altri».
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