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Ballottaggi, solo 10 comuni per il centrodestra. La sconfitta di una coalizione in crisi di rappresentanza

18 Ottobre 2021 - 21:20 Redazione
Considerando anche il primo turno, nei 119 comuni superiori ai 15.000 abitanti che andavano al voto solamente 30 sono stati conquistati dal centrodestra

Una tornata amministrativa che manda in crisi il centrodestra. I risultati di questo secondo turno di elezioni Comunali hanno confermato lo scenario che si era aperto nel primo weekend di votazioni, quando era già chiaro che i partiti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini stavano andando incontro a una grave sconfitta. Il centrosinistra ha vinto in oltre metà delle grandi città al voto: su 20 capoluoghi di regione e di provincia coinvolte nelle amministrative, 13 sono andate a candidati di centrosinistra. Il centrodestra non è riuscito a prendersi nessuno tra i grandi capoluoghi, perdendo a Roma, Bologna, Napoli (dove ha pesato l’alleanza M5s-Pd con Manfredi) e Milano. La coalizione si è confermata solo a Trieste con Roberto Dipiazza, a Pordenone, a Novara e a Grosseto. Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha commentato i risultati in una conferenza stampa del tardo pomeriggio, ammettendo il brutto epilogo: «Credo – ha detto – che si debba riconoscere che il centrodestra esca sconfitto da queste amministrative». È lei ad accusare maggiormente il colpo: se la Lega fa i conti già da tempo con un calo dei consensi, quello di oggi è per Meloni il primo grande scivolone dalle elezioni Europee. Inoltre, la sconfitta di Enrico Michetti a Roma la riguarda in prima persona, essendo stata lei ad averlo proposto e voluto per la Capitale.

I risultati delle comunali

Oltre ad aver conquistato 5 importanti città su 6, il centrosinistra ha sfilato al centrodestra Savona, mantenendo il controllo amministrativo anche su Latina e Varese, quest’ultima ex roccaforte leghista. Il partito di Salvini non riesce a imporsi nemmeno lì, e al ballottaggio perde anche Cosenza, Caserta e Isernia. Più in generale, secondo i dati raccolti da YouTrend, lo schieramento che ha vinto il maggior numero di ballottaggi nei comuni superiori ai 15.000 abitanti è il centrosinistra (24, più 8 insieme al Movimento 5 Stelle). Il centrodestra ne prende solo 10: meno dei civici, che ne conquistano 12. Prendendo in considerazione anche il primo turno, nei 119 comuni superiori ai 15.000 abitanti che andavano al voto, 42 sono stati conquistati dal centrosinistra (più 16 conquistati insieme al M5s), 30 dal centrodestra e 18 dai civici.

La scusa dell’astensionismo per sviare la crisi di rappresentanza

La coalizione di centrodestra si è affacciata a questa tornata elettorale senza un volto convincente. Non è bastato l’abbraccio tra Salvini e Meloni per ricucire un’alleanza che è sembrata forzata. Inoltre, il centrodestra non è riuscito a tirar fuori nomi abbastanza di rilievo dal punto di vista locale da spingere il loro elettorato a votarli. Sia Salvini che Meloni hanno cercato di svalutare il risultato citando i dati sull’astensionismo da record (ha votato solo il 43,94%). «Nessuna forza politica può gioire quando il sindaco di una città come Roma viene eletto con il voto del 24% dei cittadini aventi diritto», ha detto Meloni. Le sue parole arrivano poco dopo un commento simile di Salvini, che da Catanzaro aveva detto riferendosi a Roma: «Se uno viene eletto da una minoranza della minoranza è un problema non per un partito, ma per la democrazia». Ma nonostante la percentuale di non voti, resta il dubbio che la crisi di rappresentanza nella coalizione stia facendo più danni del previsto. L’esempio della Capitale è emblematico: non è bastato ai big di Lega e FdI salire sul palco (e sui cartelloni) insieme al tribuno radiofonico per portare a casa un risultato che fosse quantomeno soddisfacente. E la sconfitta è sotto gli occhi di tutti, anche dei leader.

Immagine di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI

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