Reddito di cittadinanza, il possibile taglio dell’assegno: «500 euro è la soglia»
I progetti di riforma del reddito di cittadinanza si fermano su una soglia. Quella dei 500 euro. Ovvero il contributo massimo destinato a un single. Mentre il governo Draghi ragiona intorno a una serie di ipotesi di riforma del sussidio, la più importante sul tavolo è quello dell’assegno. E il punto di caduta si dovrà trovare per la Legge di Bilancio. La misura varata da Lega e MoVimento 5 Stelle è costata finora quasi 17 miliardi di euro, di cui 9 nel 2021. La battaglia politica ruota intorno alla possibilità di tagliare lo stanziamento fino a 8 miliardi nel 2022. Uno dei nodi è il meccanismo per la ricerca del lavoro, cioè come fare in modo che il reddito di cittadinanza impegni i destinatari a trovare un impiego. Che poi è anche uno strumento per rendere la misura meno costosa.
I 500 euro come limite
Il Corriere della Sera scrive che al ministero del Lavoro si attende ancora il rapporto del Comitato di esperti istituito dal ministro Andrea Orlando lo scorso aprile e presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno. Il M5s fissa il limite dei 500 euro: «Sì a rimodulazioni per le famiglie soprattutto, ma la cifra dei 500 euro non va intaccata». E anche ieri il ministro 5S dell’Agricoltura Stefano Patuanelli ha ribadito: «Il ruolo che ha avuto il reddito di cittadinanza in questa fase storica del Paese è evidente, credo che mettere in discussione questo strumento sia fuori dal tempo, siamo disponibilissimi a discutere di come migliorare la parte relativa alle politiche attive del lavoro, ma mettere in discussione la misura è assolutamente inspiegabile e immotivato. È una misura che ha funzionato».
Fra i suggerimenti, ci sarebbe quello per una revisione dei requisiti (come le competenze o la distanza da casa) che determinano la congruità dell’offerta di lavoro a chi percepisce il reddito, in modo da arginare la possibilità di rifiutarla. E poi altre indicazioni: potenziare i progetti utili alla collettività che il comune di residenza offre a chi percepisce il reddito ed eliminare gli scogli che adesso si trovano di fronte le famiglie numerose e con minori che intendano accedere al sussidio. E anche di rendere meno rigidi i paramenti per assegnarlo agli immigrati. Sull’investimento in manovra di certo adesso ci sono solo i 200 milioni inseriti nel decreto fisco per arrivare fino al 31 dicembre. E già su quelli lo scontro è stato duro.
Le truffe per 200 milioni
Intanto l’ultimo rapporto della Guardiassegnoa di Finanza fa i conti in tasca al sussidio. Quello del reddito è uno dei settori dove altissimo è il numero degli illeciti tanto che la GdF «ha realizzato uno specifico dispositivo operativo volto al contrasto dei fenomeni di illecita apprensione concentrando l’attenzione su quelle posizioni connotate da concreti elementi di rischio». In totale sono oltre 217 i milioni di euro richiesti da chi non aveva titolo, più di 127 i milioni di euro già riscossi. «Tra i percettori abusivi — evidenzia il dossier — ci sono soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti, appartenenti ad associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva nonché stranieri non in possesso dei requisiti di residenza».
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