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IpTv pirata, i 1.800 clienti denunciati per l’abbonamento in nero: «Vedevano gratis Sky e DAZN»

18 Ottobre 2021 - 08:37 Redazione
iptv pirata 1800 clienti denunciati
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L'operazione della Gdf di Varese: identificati i clienti anche grazie al tracciamento bancario

Un uomo residente in provincia di Varese è stato denunciato dalla Guardia di Finanza perché vendeva abbonamenti pirata all’IpTv in molte regioni italiane svolta attraverso internet grazie alla violazione dei diritti delle piattaforme televisive Mediaset Premium, Sky, DAZN e Disney Channel. L’indagato è accusato di «contraffazione, violazione della proprietà intellettuale e frode informatica» mentre gli abbonati, circa 1.800, sono stati denunciati per ricettazione oltre ad aver ricevuto una serie di ammende. Per scovarli i militari della Gdf hanno anche eseguito accertamenti bancari avvalendosi delle facoltà di polizia valutaria. Sono stati così identificati gli oltre 1.800 clienti che per usufruire dell’abbonamento IPTV pirata hanno effettuato pagamenti al reseller varesotto mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate. Dai versamenti dei canoni mensili l’uomo ha conseguito proventi illeciti per 500mila euro.

Il venditore degli abbonamenti pirata è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano – Sezione Reati Informatici, per i reati di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni, violazione della proprietà intellettuale e frode informatica. La Gdf ha poi contestato gli illeciti amministrativi nei confronti dei numerosi sottoscrittori di abbonamento con l’applicazione di sanzioni per complessivi circa 300 mila euro e, dall’altro, alla tassazione dei proventi illeciti in capo all’indagato, quantificati in circa 500 ila euro, frutto delle operazioni di vendita illegale effettuate dal 2017 al 2020. L’operazione di vendita avveniva attraverso i contatti presenti sui siti internet: numeri di telefono, indirizzi mail, canali di messaggistica istantanea dedicati.

L’indagato gestiva le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli clienti i quali, in seguito alla comunicazione del Mac Address, ricevevano il numero dell’ordine con gli estremi per l’esecuzione dei pagamenti. Singolare, sottolinea la Guardia di Finanza, che, al fine di declinare ogni responsabilità nel caso di visione di tali canali nel nostro Paese, agli abbonati era indicata anche una delle condizioni di vendita dei prodotti, con la quale sul sito pirata veniva espressamente comunicato ai medesimi che «la visione di tali palinsesti televisivi avrebbe potuto comportare loro dei rischi collegati ai diritti esclusivi di diffusione della proprietà intellettuale».

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