Stop alle bravate in Senato sul Green pass: vietato l’ingresso senza. 10 giorni di sospensione per l’ex grillina Granato
Dieci giorni di sospensione. Questa la sanzione comminata alla senatrice Bianca Laura Granato, della componente L’Alternativa C’è, ex M5s, che si è rifiutata di mostrare il Green pass ai commessi che glielo hanno chiesto all’ingresso di Palazzo Madama. La decisione è stata presa dal Consiglio di presidenza, e resa nota in Aula da Maria Elisabetta Casellati. La presidente del Senato ha illustrato anche la decisione di vietare l’ingresso a chiunque sia sprovvisto di pass sanitario in tutte le sedi del Senato, e dunque anche nelle commissioni, dove invece era entrata Granato. Una presa di posizione che l’Aula del Senato ha accolto con un applauso. Come sottolineato da Casellati, in caso di violazione del divieto la sanzione è la sospensione per dieci giorni e viene irrogata con effetto immediato. Proprio come accaduto a Granato che è stata costretta ad andarsene. I senatori che rifiuteranno di esibire il Green pass quindi non potranno più accedere ad alcun ambiente di Palazzo Madama, e stessa cosa vale per i palazzi adiacenti che fanno capo al Senato.
Il gesto della senatrice
Lo aveva annunciato ieri e così oggi ha fatto. La senatrice Granato è entrata a Palazzo Madama senza mostrare il Green pass. Quando i commessi sull’uscio del Senato glielo hanno chiesto lei si è rifiutata ed è passata comunque. Ed è andata a unirsi alla seduta della commissione Affari costituzionali, che stava esaminando proprio il decreto che estende l’obbligo del certificato verde sui luoghi di lavoro, al quale la senatrice ha presentato diversi emendamenti nelle ultime settimane. «Non ho intenzione di esibire il Green pass», ha tuonato davanti all’ingresso laterale di Palazzo Madama. Al che alla senatrice è stato fatto notare che di lì a breve sarebbe partita la segnalazione ai questori. L’ora X scattata in Parlamento, con commessi attrezzati per garantire migliaia di controlli su politici e staff, non ha spaventato dunque Granato nonostante le sanzioni alle quali potrebbe andare incontro non siano di poco conto.
L’ufficio di presidenza ha previsto, in caso di mancata esibizione del Green pass, la sospensione della possibilità di partecipare alle sedute (fino a un numero di dieci) e la decurtazione della diaria. Granato oggi ha raggiunto la commissione Affari costituzionali, «vediamo che succede quando dovrò entrare in Aula», aveva detto ai cronisti. Intanto però, dopo circa un’ora di seduta, la Commissione Affari costituzionali ha sospeso i lavori per la presenza in aula della senatrice Granato. Il presidente Dario Parrini ha sospeso la seduta in attesa di indicazioni da parte dell’ufficio di Presidenza. «Ho ricevuto una comunicazione ufficiale da parte dei questori – ha riferito ai cronisti Parrini -. Non si può lavorare quando viene violato il regolamento su un punto così importante come la sicurezza e la salute».
La protesta annunciata
Il gesto di protesta della senatrice è stato spiegato ieri, nell’annunciare l’intenzione di non mostrare il certificato verde. «Quando sono fuori dal Senato per rispettare tutte le regole a cui sono sottoposti anche gli altri cittadini lo esibisco ma nel luogo deputato alla rappresentanza dei cittadini – ha spiegato Granato – mi rifiuto di piegarmi a una distorsione del regolamento del Senato, oltretutto derivante da un decreto legge, atto unilaterale del governo che ancora non è stato convertito in legge e che adesso il Parlamento sta discutendo». Un annuncio comunicato ai media in chiaro, il giorno prima che scattasse l’ora x, con il quale ha preteso di «informare i cittadini del grave pericolo che sta correndo la democrazia in Italia. La distorsione del regolamento del Senato che precluderebbe l’ingresso ai senatori è un atto che colpisce le minoranze. Tutto quello che sta avvenendo in Italia – ha continuano – è qualcosa di di inedito nella storia della Repubblica dalla fine del fascismo».
Granato non ha esitato a parlare di uno «stravolgimento» della Costituzione che «non trova giustificazione in nulla che non sia un artificio del governo con la connivenza della classe politica che lo sostiene». La senatrice ha anche colto l’occasione per esprimere solidarietà ai manifestanti di Trieste e di tutta Italia perché «stanno tutelando uno stato di diritto che ci hanno negato attraverso leggi incostituzionali e autoritarie, che non esistono in nessun altro Paese europeo».
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