Si è dimesso Weidmann, il «falco» della Bundesbank che si oppose al «whatever it takes» della Bce di Draghi
Aveva 43 anni quando, nel maggio 2011, fu nominato presidente della Deutsche Bundesbank. Oggi, 20 ottobre, Jens Weidmann ha annunciato le dimissioni dal suo ruolo: «Sono giunto alla conclusione che più di 10 anni sono una buona misura di tempo per voltare pagina per la Bundesbank, ma anche per me personalmente», ha scritto nella lettera inviata, per il congedo, ai dipendenti dell’istituto. Il banchiere centrale ha mandato richiesto al presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier di essere rimosso dal suo incarico il 31 dicembre 2021. Weidmann non è un nome sconosciuto agli italiani: fu uno dei banchieri più avversi, un cosiddetto «falco», alle politiche economiche espansive che, invece, proponeva Mario Draghi nel ruolo di presidente della Bce. Era il 2012, anno del «whatever it takes» draghiano per tirare fuori l’Europa dalla crisi del debito sovrano. Oltre a contrastare la strategia spinta di acquisto dei titoli di Stato, Weidmann è stato contrario anche allo strumento delle Omt – Outright Monetary Transactions -, che ha dato alla Bce potere di acquisto diretto di titoli di stato a breve termine emessi da paesi in difficoltà macroeconomica grave.
L’ultimo impegno di Weidmann si è concentrato nel contenere l’inflazione. Nella revisione della strategia della Bce a riguardo, «è stato concordato un obiettivo di inflazione simmetrico e più chiaro. Occorre prestare maggiore attenzione agli effetti collaterali e in particolare ai rischi per la stabilità finanziaria. È stato rifiutato un superamento mirato del tasso di inflazione», ha scritto Weidmann. L’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde, per salutarlo ha diramato una nota: «Rispetto la decisione di Jens Weidmann ma me ne rammarico anche immensamente. Jens è un buon amico personale sulla cui lealtà ho sempre potuto contare. Essendo il membro più longevo del Consiglio direttivo aveva un’esperienza senza pari che era sempre pronto a condividere. Negli ultimi due anni abbiamo costruito una relazione molto forte e produttiva basata sul nostro impegno congiunto a promuovere l’unità europea, adempiere al mandato di stabilità dei prezzi della Bce, aiutare l’economia dell’area dell’euro durante la crisi senza precedenti causata dal Coronavirus e stabilizzare l’economia globale scossa dagli effetti della pandemia. Sebbene Jens avesse opinioni chiare sulla politica monetaria, sono sempre rimasto colpita dalla sua ricerca di un terreno comune – e ha concluso -. Mi mancherà Jens e il suo approccio sempre costruttivo e di buon umore in tutte le nostre discussioni».
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