Legge di bilancio, il clima può attendere ancora: rinviate al 2023 Plastic tax e Sugar tax
Sarà ancora una volta il clima a dover attendere. Il governo, alle prese con l’approvazione della Manovra finanziaria, rimanderà al 2023 gli attesi provvedimenti d’imposta sulla plastica e sullo zucchero. La notizia è arrivata con la nota seguita all’approvazione del Documento di programmazione di bilancio da parte del Consiglio dei ministri, tenutosi il 19 ottobre. La decisione non è incoraggiante, soprattutto alle porte della Cop26, l’atteso e «ambizioso» (come l’ha definito Ursula von der Leyen) vertice sul Clima delle Nazioni Unite che si terrà a Glasgow la prima settimana di novembre, e del quale l’Italia è partner ufficiale. Per quanto riguarda la plastic tax – cioè l’imposta sul consumo della plastica monouso – , il provvedimento sarebbe dovuto partire già nel luglio del 2020 su richiesta dell’Unione europea. Nel 2019, l’Ue aveva approvato una direttiva per ridurre l’impatto sull’ambiente del consumo di plastica usa e getta, e a dicembre dello stesso anno l’Italia aveva approvato un’aliquota di 0,45 euro al chilogrammo di materia plastica contenuta nei Macsi (manufatti con singolo impiego). La sua applicazione, però, viene rimandata ormai da tempo.
Le motivazioni del rinvio
Sulla scia della promessa anti-tasse pronunciata da Mario Draghi in queste settimane, la transizione ecologica (richiesta dall’Ue anche per l’erogazione dei fondi post crisi pandemica) non passerà per le imposte – o almeno non ancora. Le associazioni di categoria – su tutte Confindustria e Coldiretti – hanno accolto positivamente il rinvio delle imposte. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha messo in chiaro fin dall’inizio la sua posizione, affermando che la direttiva europea su plastica monouso rischia «di uccidere la manifattura italiana». Per Coldiretti, plastic tax e sugar tax potrebbero avere un effetto troppo pesante sui costi delle imprese, che, dopo la pandemia, «sono costrette ad affrontare già pesanti rincari, dai trasporti agli imballaggi».
A cosa servono Plastic tax e Sugar tax
Ma se è vero che due tasse da sole non risolvono il problema della transizione ecologica, è giusto ricordare che il loro impatto positivo sull’ambiente è da tempo confermato. Prendendo in considerazione anche una terza “imposta ecologica” che esiste già in diversi Paesi – quella sulle emissioni di Co2, nota come carbon tax -, numerosi studi hanno dimostrato l’effetto positivo in generale. Uno studio pubblicato dal BMC Public Health dimostrava già 5 anni fa che una combinazione di questi provvedimenti avrebbe portato a scenari incoraggianti da diversi punti di vista, soprattutto ambientali e di salute pubblica. Tassare questo tipo di prodotti significa anche iniziare un cambiamento di tipo culturale, che per molte associazioni porterebbe i cittadini a un consumo diverso e più consapevole, e rendere l’industria della plastica più cosciente dell’impatto ambientale che sta avendo.
Immagine di copertina: Brian Yurasits su Unsplash
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